(ANSA) - PALERMO, 30 APR - L'Asp di Trapani è stata
individuata dall'assessorato regionale della salute come azienda
capofila per l'ambito formazione nel progetto 'Realizzazione
delle reti locali di cure palliative e potenziamento delle cure
domiciliari di base specialistiche'. L'obiettivo del progetto di
alta formazione in cure palliative e terapia del dolore, che
inizia a maggio e a cui parteciperanno professionisti di tutte
le aziende sanitarie regionali, è quello di promuovere un
modello organizzativo e assistenziale regionale unitario e
garantire ai malati ed ai loro familiari una migliore qualità
delle cure anche nelle fasi finali della vita. Il percorso
formativo, che ha una durata di 2 mesi, si articola in 12 moduli
in cui si alterneranno docenti provenienti da vari centri di
eccellenza nazionali. Saranno approfondite tematiche relative
agli aspetti normativi organizzativi-gestionali, metodologici,
clinici, psico-relazionali. Il corso sarà presentato lunedì
prossimo, nell'ambito di un evento organizzato dall'Asp di
Trapani nel Museo regionale 'Agostino Pepoli', al quale
parteciperanno il presidente della Regione Siciliana e ad
interim assessore regionale alla Salute Nello Musumeci, il
prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi, il vescovo di Trapani
mons. Pietro Maria Fragnelli e il vescovo di Mazara del Vallo
mons. Domenico Mogavero; il dirigente generale dell'assessorato
regionale alla salute Mario La Rocca e il direttore del Museo
Roberto Garugli. Tra i relatori, i docenti universitari: Numa
Cellini (già ordinario di radioterapia all'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma); Vincenzo Valentini (ordinario di
radioterapia all'Università Cattolica del Sacro Cuore -
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli-Irccs di Roma);
Oscar Corli (direttore unità di ricerca nella terapia del dolore
e cure palliative-Istituto di Ricerche Farmacologiche 'M. Negri'
di Milano). "La malattia - sottolinea il commissario
straordinario dell'Asp di Trapani Paolo Zappalà, - coinvolge la
persona nella sua interezza, a livello biologico, psicologico,
spirituale, sociale e pertanto è fondamentale che il rapporto di
cura si prenda carico non solo della malattia ma soprattutto
dell'ammalato, con particolare riferimento alla fase finale
della vita dell'individuo che va accompagnato e non lasciato
solo". (ANSA).