(ANSA) - PALERMO, 09 SET - Il 99% degli studenti universitari
di Palermo è favorevole al vaccino Pfizer e Moderna. Percentuale
che scende al 70% per i vaccini Astrazeneca e Johnson&Johnson.
E' il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista
internazionale Vaccines condotto dai professori Laura Salerno
e Gianluca Lo Coco del Dipartimento di Scienze Psicologiche,
Pedagogiche, dell'Esercizio Fisico e della Formazione, dalla
professoressa Lucia Craxì del Dipartimento BiND e dal professore
Emanuele Amodio del Dipartimento Promise. Lo studio analizza i
risultati di un questionario somministrato on-line agli studenti
di Unipa nel mese di maggio, prima che la vaccinazione per
Covid-19 venisse estesa a questa fascia di età. L'obiettivo era
quello di analizzare i fattori socio-demografici, sanitari e
psicologici che influiscono sull'esitazione e sulla resistenza
vaccinale. "L'originalità dello studio - spiega la dottoressa
Craxì - consiste nell'avere comparato l'esitazione vaccinale
verso i vaccini a vettore virale (come ad esempio AstraZeneca) e
a mRNA (come ad esempio Pfizer-BioNTech). I dati emersi dalle
risposte di oltre 3900 studenti sono estremamente interessanti,
poiché solo l'1% degli intervistati risulta resistente alla
vaccinazione con vaccini a mRNA (es.: Pfizer-BioNTech), mentre
gli incerti ammontano al 7.2%. Il numero dei resistenti e degli
incerti ai vaccini a vettore virale è risultato invece molto più
elevato (30.4% di esitanti e 12.2% di resistenti), con
caratteristiche leggermente diverse da quelle di chi rifiuta i
vaccini a mRNA".
Lo studio mostra che i profili dei resistenti non sono tutti
No Vax. Ma i motivi che spingono al rifiuto del vaccino sono
diversi e spaziano dall'adesione a teorie cospirazioniste, alla
scarsa attitudine a ritenere i vaccini efficaci, al timore delle
possibili reazioni avverse, con un'ampia porzione di soggetti
incerti che probabilmente un certo tipo di comunicazione
negativa ha reso resistenti. "Una migliore comprensione delle
caratteristiche di questi soggetti - conclude la dottoressa
Craxì - potrebbe aiutare a evitare eccessive semplificazioni e
polarizzazioni del dibattito in corso e a elaborare campagne di
comunicazione basate sulle evidenze scientifiche, adeguate ed
efficaci, per raggiungere specificamente questo importante
target di popolazione". (ANSA).