Un programma in due fasi: subito una Zona economica speciale integrale (Zesi) e, in prospettiva, la costituzione dello Stato di Sicilia, passando da un referendum popolare. Questi gli obiettivi di Eliana Esposito, candidata alla presidenza della Regione con la lista "Siciliani liberi", alle elezioni del prossimo 25 settembre.
Catanese, 49 anni, attrice e regista teatrale al suo esordio in politica, Esposito lamenta l'occasione mancata dell'autonomia siciliana, ormai prossima agli 80 anni: lo Statuto speciale è entrato in vigore nel '46, prima della Carta costituzionale. "La Sicilia - spiega in un forum all'ANSA - affronta costi che in altre regioni sono a carico dello Stato, mentre il dettato dello Statuto rimane lettera morta. La Zesi, diffusa a tutto il territorio, comprese le isole minori, garantirebbe sviluppo economico e porterebbe benessere, il miglior antidoto contro la mafia, che dalla povertà e dai bisogni della gente trae vantaggi".
Iscritta a Siciliani liberi dal 2017, l'anno dopo la fondazione del movimento guidato da Ciro Lo Monte (due volte candidato a sindaco di Palermo), dal 2021 Esposito fa parte della segreteria nazionale. Per quanto il partito abbia un radicamento nell'Isola, mantiene rapporti con i movimenti autonomisti europei, soprattutto con quelli sardi e corsi. Tra le figure di riferimento di Siciliani liberi, spicca Antonio Canepa, che nell'isola liberata dagli Alleati fu a capo dell'Esercito volontario per l'indipendenza della Sicilia (Evis), prima di essere ucciso in circostanze misteriose.
Nei programmi di Esposito, oltre alla Zesi, ci sono la regionalizzazione della rete stradale, quasi del tutto priva di manutenzione dopo l'abolizione delle Province e il passaggio delle competenze ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane; il ripristino del numero di 90 deputati all'Assemblea regionale siciliana (il taglio li ha ridotti a 70): "Bisogna risparmiare sui costi, non sui numeri - dice - La democrazia ha bisogno di vasta rappresentanza. Anche il taglio dei parlamentari operato a livello nazionale, porta all'impoverimento del dibattito pubblico. Se a questo si unisce lo sbarramento al 5% previsto dalla legge elettorale, risulta ben chiaro il tentativo di sbarrare la strada alle istanze di una parte dell'elettorato". E tra i programmi a più lunga scadenza, il ripristino dell'Alta corte (una Consulta siciliana, abolita, di fatto, nel '56), la possibilità di battere moneta e la riduzione dell'Iva al 10% e di quella agevolata al 3%.
Infine, Esposito si dice del tutto contraria alla realizzazione del ponte sullo Stretto: "Siamo l'unico partito a dirlo con chiarezza: avrebbe un costo esorbitante e l'attraversamento costerebbe ben più di adesso. Per non parlare dei danni ambientali, mentre il sistema viario e ferroviario, sul quale si dovrebbe intervenire con urgenza, viene ignorato".
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