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Volami via, quando un ragazzo viziato incontra la malattia - CLIP ESCLUSIVA

Cinema

Volami via, quando un ragazzo viziato incontra la malattia - CLIP ESCLUSIVA

Nel cast del film di Barratier il nipote d'arte Victor Belmondo

ROMA, 03 agosto 2021, 14:38

di Francesco Gallo

ANSACheck

Volami via - RIPRODUZIONE RISERVATA

Volami via - RIPRODUZIONE RISERVATA
Volami via - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Dopo il successo di I RAGAZZI DEL CORO, il regista parigino Christophe Barratier torna in sala con VOLAMI VIA, coprodotto da Palomar e in sala dal 19 agosto distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. Cosa racconta il film? La storia di una redenzione, quella di Thomas (Victor Belmondo, nipote di Jean-Paul), giovane trentenne troppo viziato e perdigiorno con tanto di padre facoltoso e distratto. La strada verso la maturità di questo ragazzo, capace di atterrare con la sua spider nella piscina della sua casa, ha un nome: Marcus, dodici anni (il talentoso esordiente Yoann Eloundou), un adolescente gravemente malato. Per Thomas che non lavora, ma gioca soltanto tutti i giorni, arriva infatti uno stop da parte del padre medico che a un certo punto gli affida Marcus, un suo paziente gravemente disabile che andrebbe aiutato.

Tra figlio e padre si instaura così un patto: se Thomas non sarà in grado di occuparsi di Marcus, dovrà andarsene di casa e iniziare per la prima volta nella sua vita a cavarsela da solo. Ora, il compito affidato a Thomas non è facile: quello di stare vicino alla malattia e a un giovane fragile che potrebbe diventare vittima di ogni forte emozione, ma è inevitabile che pur nella differenza i due si intendano e alla fine si aiutino a vicenda completandosi.

"Il bello è che questa storia incredibile è vera - dice il regista - ovvero l'incontro casuale di due personaggi che sono in fondo entrambi disabili nella lotta per la vita. La disabilità di Marcus gli impedisce di condurre una vita normale, mentre Victor, perfettamente capace, è incapace di trovare la sua strada, cerca sempre di fuggire dalla realtà. L'ingenuità e l'innocenza di entrambi mi toccano molto, forse perché riesco a relazionarmi ad esse. Forse non è una cosa buona per un produttore, ma lo è sicuramente per un regista. In ogni caso, è un tratto ricorrente nei personaggi dei miei film - sottolinea Barratier -. Probabilmente non è un caso che Dimitri, il produttore, abbia pensato a me mentre cercava qualcuno che dirigesse il suo progetto".

Ancora una storia di mentoring? "Potrebbe essere un mio problema inconscio, ma mi rendo conto che le mie storie spesso hanno come protagonista un mentore che, alla fine, si rivela più fragile di quello a cui dà consigli, diventando in definitiva il personaggio che cambierà e si evolverà. Questo lato della storia è evidentenei RAGAZZI DEL CORO, ma anche in PARIS 36, con il carattere del padre". Infine, di Victor Belmondo, Barratier dice: "Ha un lato stravagante, contraddittorio e iconoclasta. Ma non fatevi ingannare: ha ricevuto un allenamento intensivo. Il ragazzo ha un sacco di talento ed è molto professionale. Si è subito fidato di me, ascolta molto e lavora un sacco. A parte la somiglianza, da suo nonno evidentemente ha ereditato anche una certa grazia, un lato lieve e flessibile, con un atteggiamento apparentemente disinvolto, ma senza mai cadere nell'imitazione".

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