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Le Guay, racconto il contagio del negazionismo

Le Guay, racconto il contagio del negazionismo

Riceve premio pubblico di France Odeon per Un'ombra sulla verità

ROMA, 20 gennaio 2022, 18:56

Redazione ANSA

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Il negazionismo incarnato da un apparentemente pacato ex professore liceale di storia, che rende la cantina acquistata in un elegante palazzo parigino, la propria casa. E' l'inquietante personaggio al quale dà volto Francois Cluzet in Un'ombra sulla verità (L'homme de la cave), il film diretto da Philippe Le Guay, con Jeremie Renier e Berenice Bejo, in uscita ad aprile in Italia con Bim. Il regista è a Roma per ricevere a Villa Medici il premio Foglia d'oro del pubblico, vinto dal film a ottobre nella 13/a edizione di France Odeon, la rassegna dedicata al cinema d'oltralpe "Parlo di un tema che gli spettatori sentono molto vicino - spiega all'ANSA il regista -. In genere quando si fanno gli incontri dopo le proiezioni, metà spettatori vanno via e metà restano. Con questo film invece vedo che restano tutti. Le persone sono colpite dall'enigma del male quotidiano che racconto". Al centro della storia (tratta da una vicenda reale), Simon (Renier), ingegnere, ed Hélène (Bejo), medico, genitori di una figlia adolescente, che decidono di vendere la cantina nel loro palazzo, L'acquirente è l'ex professore Jaques Fonzic (Cluzet), che, però invece di farne un deposito dei mobili della madre, come aveva detto, ci va a vivere. Una presenza che si rivela ancora più intollerabile, per la coppia, quando Daniel, di religione ebraica, scopre che Fonzic è un negazionista dell'Olocausto, abituato a diffondere le sue deliranti tesi via web. "Ci siamo resi conto ancora di più con i negazionisti del covid quanto ormai faccia parte del nostro paesaggio quotidiano venire a contatto con chi soprattutto sul web, mente, distrugge o si fa ingannare. E' un delirio che si diffonde come un virus - aggiunge il cineasta -. Se il film può aiutare a comprendere meglio questo tipo di tematiche penso che abbia una sua utilità".
   

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