(ANSA) - ISCHIA, 11 LUG - "Il primo film che ho visto è stato
Ladri di Biciclette di De Sica, Visconti era un genio, adoro
Anna Magnani. Tra i contemporanei mi piacciono molto Nanni
Moretti e Sorrentino. Ma per me anche i film di Coppola e
Scorsese sono italiani!". E' un inno al nostro cinema la
masterclass del maestro irlandese Jim Sheridan, presidente di
Ischia Global film e Music fest, protagonista del primo
appuntamento della ventesima edizione. Accanto a lui Enrico
Vanzina e il giovane Alessio Della Valle, in un lungo incontro
dedicato proprio alla scrittura, l'industria, il rapporto con le
piattaforme.
Anche sceneggiatore e produttore Sheridan, 73 anni, già
Legend Award a Ischia nel 2009, tra i suoi film annovera i
capolavori 'Il mio piede sinistro' (due Oscar) e 'Nel nome del
Padre'. E' pieno di progetti e passione ed ha ancora qualche
sogno, anche nel campo dei documentari che lo appassiona molto .
Ma partiamo dalle serie. "Continuerò a girare Murder at the
cottage - dice il regista sei volte candidato all'Oscar che in
questa produzione Sky mette insieme prove originali, filmati
inediti e interviste di casi irrisolti -, invece è rimandata al
2023 la partenza della lavorazione di Lockerbie, serie originale
ispirata alla storia del disastro aereo del 1988, l'attentato
ai danni del volo Pan Am 103". Già annunciata da Sky e Peacock,
in cinque episodi racconterà del dottor Jim Swire, di sua moglie
Jane e della loro ricerca di giustizia. Nel disastro aereo
persero la figlia, Flora. "E intanto sto scrivendo anche la
storia di un indiano americano dal titolo Standing bear".
Sheridan torna con piacere sulle isole del golfo di Napoli
per i festival prodotti da Pascal Vicedomini. "Girare in Italia?
Sarebbe bellissimo. Penso sempre alla possibilità di rifare
'Scarlatto e nero' di Jerry London con Gregory Peck, nei panni
di un sacerdote irlandese che aiutava gli ebrei nella Roma
dell'occupazione nazista. Una storia tratta dal racconto The
Scarlet Pimpernel of the Vatican di J.P. Gallangher. Chi
potrebbe interpretare oggi quel personaggio? Si certo, Daniel
Day Lewis sarebbe perfetto - risponde scherzosamente alla
domanda provocatoria sul ritiro del suo attore icona - una volta
gli ho chiesto se volesse tornare in scena, e lui rispose di no.
E' una persona unica, particolare, un attore che non vuole su di
lui l'attenzione, un'anima poetica. Siamo in contatto, vive con
la famiglia a New York e il figlio suona il violino".
Esponente del cinema d'impegno civile, quale pensa debba
essere il ruolo degli autori europei in questi tempi difficili e
di guerra? "Apprezzo il mio amico Bono che è andato in Ucraina,
noi irlandesi sappiamo bene cosa vuol dire essere occupati. Sì,
il cinema deve impegnarsi, il cinema deve sempre fare politica".
I suoi due titoli italiani del cuore? "La Battaglia di Algeri di
Pontecorvo, un vero film arabo fatto da un occidentale, e
Pasqualino Settebellezze della Wertmuller. Rifletteteci, sono
entrambi film politici". (ANSA).
In collaborazione con:
Ischia Global Festival