(dell'inviata Mauretta Capuano)
Thriller e western, molto popolare e
molto esigente, tutto in terza persona. 'Terra Alta' (pp 384,
euro 19), il nuovo romanzo di Javier Cercas, è il libro del
rinnovamento e della rinascita. "Una nuova versione di me
stesso. Il risultato della voglia di reinvenzione letteraria e
della psiche" dice all'ANSA lo scrittore spagnolo che sta già
scrivendo un seguito e anche questo è la prima volta che accade.
Una nuova riuscita sfida, pubblicata da Guanda, con cui stasera
apre, in collegamento dalla Spagna, presentato da Diego De
Silva, 'Il Libro Possibile', il Festival di Polignano a Mare
(Bari), primo appuntamento culturale nazionale a svolgersi, fino
all'11 luglio, per la maggior parte in presenza.
"I miei romanzi precedenti sono molto diversi da questo, ma c'è
sempre un elemento thriller nelle mie storie perché amo i libri
che hanno un enigma e qualcuno che vuole decifrarlo. Dopo 'Il
sovrano delle ombre' ho sentito che era finito un percorso
cominciato con 'Soldati di Salamina'. Non potevo più continuare
per questa strada senza diventare un'imitazione di me stesso"
spiega Cercas che con 'Terra Alta' ha vinto il Premio Planeta
2019, il più importante riconoscimento letterario spagnolo e il
più popolare ed "è questa la cosa che più apprezzo perché vorrei
che la letteratura tornasse ad essere rilevante per la gente. La
letteratura deve essere piacere, intrattenimento. Shakespeare,
il Don Chisciotte di Cervantes e I Miserabili di Victor Hugo
sono enormemente popolari. E' sbagliato pensare che ci sia una
contraddizione tra intrattenimento e buona letteratura. Mi piace
scrivere libri facili da leggere e difficili da capire,
trasparenti, apparentemente semplici" sottolinea Cercas che
parla un perfetto italiano.
E proprio I Miserabili di Victor Hugo è il libro che cambia la
vita del protagonista del romanzo, Melchor Marìn, un uomo solo,
con un passato oscuro, che diventa poliziotto per fare
giustizia, che non ha una patria e la trova nella Terra Alta,
quella zona desolata del Sud della Catalogna dove non accade mai
nulla e dove Cercas mette in scena un orribile crimine, con cui
si apre il libro, 384 pagine, nella traduzione di Bruno Arpaia.
"Terra Alta parla di una cosa molto seria: "il valore della
legge, la possibilità della giustizia, la legittimità della
vendetta quando la giustizia non fa giustizia. In questo senso
il romanzo può essere considerato una versione de I Miserabili
che mette al centro la legge di Dio e degli uomini" afferma
l'autore. "Tutta la storia è raccontata dal punto di vista di
Melchor. E' un personaggio complesso, pieno di furia e odio e
nello stesso tempo di amore e purezza. Mi piace moltissimo
questo ragazzo che non mi assomiglia per niente ma non può
essere altro che una versione di me stesso. Mi sono talmente
innamorato di lui che ho deciso che continuerà la sua vita. Ci
sarà un seguito della storia, lo sto già scrivendo. Ho sentito
che meritava una seconda vita. Anche questo è un esperimento
impensato e nuovo e ci sarà sempre un elemento thriller"
racconta.
'I Miserabili' non è un libro così importante per lo scrittore
ma lo è per Melchor che si chiama come uno dei Re Magi. "Tutti
abbiamo un libro che ci ha cambiato la vita ma per Melchor I
Miserabili è qualcosa di più. Lui non è un intellettuale, non è
interessato alla letteratura eppure ha sentito che quella storia
parlava di lui, che era uno specchio della sua vita. E da qui
segue la sua vocazione di poliziotto o quella che crede sia la
sua vocazione. Melchior è una sorta di mescolanza tra i due
protagonisti del romanzo di Victor Hugo: fugge dal suo passato
oscuro ed ha l'ossessione di fare giustizia". E proprio in Terra
Alta, dove non accade mai nulla, Cercas ha immaginato un
orribile omicidio.
Pessimista all'inizio della pandemia per il modo alla "si salvi
chi può" in cui l'Europa ha reagito, lo scrittore ora ha
recuperato un po' di ottimismo. "Non credo che ci sarà un mondo
nuovo, ci sono state situazioni come questa, la Spagnola, e il
mondo non è cambiato. La parola che definisce il nostro presente
è incertezza ed è molto pericolosa politicamente, ma sono un po'
ottimista adesso perchè con il Coronavirus l'Europa ha capito
che o ci salviamo tutti o nessuno e dobbiamo finirla con questa
atroce menzogna dei Paesi del Sud che cantano e ballano e quelli
del Nord che lavorano. Oggi dobbiamo andare verso un'Europa
federale, se facciamo anche solo un passo in più in questa
direzione, è un buon risultato. Il Covid è stato una tomba per
il populismo, se Trump e Bolsonaro sparissero sarebbe una buona
cosa per tutti. Ma gli esseri umani no, non cambieranno, siamo
troppo stupidi. Bisogna essere realisti" dice Cercas che sarà in
Italia a settembre.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA