(di Paolo Petroni)
Jean-Luc Nancy uno dei pensatori più
significativi e importanti della filosofia contemporanea è morto
ieri sera a Strasburgo, come confermato oggi dal suo editore al
quotidiano le Monde. Era diventato anche una delle figure più
popolari del Festivalfilosofia di Modena, dove era una presenza
fissa e seguita da moltissimi anni. Nato a Bordeaux il 26 luglio
1940, aveva 81 anni ed era professore emerito di filosofia
all'Università di Strasburgo, città in cui è vissuto sino a
ieri, da quando ebbe l'incarico di assistente nel 1968 e poi la
cattedra. Ha insegnato anche nelle università di Berkeley,
Berlino, Irvine e San Diego. Era membro del Collegio
Internazionale di Filosofia.
I suoi inizi avvengono sotto la guida di Deridda, con cui si
laurea a Parigi nel 1962 e pubblica lavori su Marx e Nietzsche.
Nel 1973, con un lavoro su Kant e la supervisione di Paul
Ricoeur, ottiene un dottorato di ricerca e poco dopo diventa
maître de conférences a Strasburgo. Nel 1987 viene eletto
docteur d'état (dottore di stato) a Tolosa con una tesi
sull'opera di Kant, Schelling e Heidegger, pubblicata col titolo
''L'esperienza della libertà'' (il suo supervisore era Gérard
Granel e in giuria erano Jacques Derrida e Jean-François
Lyotard).
Il suo lavoro, cominciato nell'ambito del decostruzionismo
sulle orme del maestro e amico Deridda, negli anni percorre e
affronta tutte le contraddizioni e la complessità delle
riflessioni della seconda metà del Novecento, elaborando un
interesse sociale ed estetico che indaga politicamente il
nostro essere pensante e corporeo quale individuo e membro di
una società. Un discorso che percorre molte delle sue
numerosissime pubblicazioni, ma che ha forse i suoi capisaldi
in ''La comunità inoperativa'' del 1991 e poi ''Essere singolare
plurale'' del 1996. La tesi di Nancy è che al centro del
pensiero politico occidentale ci sia il desiderio di una
'comunità originale' armoniosa la cui positività è venuta meno
nel corso della storia, trasformandosi in una società
tecnocratica di individui egoisti senza più valori e coscienza
comunitaria, in cui è facile prevalga la violenza. Secondo il
filosofo l'unica soluzione per combattere la disintegrazione è
lottare per una futura comunità in cui i precedenti legami siano
ripristinati, con la coscienza che siamo esseri pluralmente
singolari ovvero singolarmente plurali, perché l'esistere non è
scindibile dal coesistere.
Tutto era iniziato con la sua organizzazione assieme a
Lacoue-Labarthe di un famoso convegno su nel 1980 su Deridda e
la politica, ''I fini dell'uomo'', da cui nacque il 'Centro di
ricerca filosofica del politico' per l'esigenza di andare oltre
la retorica del valore della nostra attuale democrazia, chiuso
nel 1984 perchè i suoi incontri non erano più a momenti di
ricerca e domande.
Nancy non affronta solo questioni meramente filosofiche, come
quando si confronta con Heidegger, ma nei suoi lavori discute
spesso anche di temi come la giustizia, la sovranità e la
libertà, e come essi possano applicarsi nel nostro mondo sempre
più globale (in ''Il senso del mondo'' indaga cosa intendiamo
quando diciamo che il senso del mondo non è più situato al di
sopra, ma all'interno del mondo). Così il suo essere un
pensatore non viene mai disgiunto dal sentirsi persona fisica e
quindi corpo, tanto che quando nel 1992 è sottoposto a un
trapianto di cuore, scrive libri di grande interesse e successo
intitolati ''Corpus'' e ''L'intruso'', in riferimento al suo
nuovo organo.
La sua ultima opera è ''Un virus troppo umano'' che vede la
pandemia come qualcosa che ha esaltato il senso di incertezza e
crisi che questa società viveva da tempo per il succedersi di
fenomeni imprevisti, a cominciare dalla caduta del Muro che ha
rotto tutti gli equilibri preesistenti senza crearne di nuovi.
''Siamo vissuti avendo fiducia nel progresso, per scoprire che
non sempre si cambia in meglio - aveva detto in occasione dei
sui 80 anni - e a provarcelo, tra l'altro, c'è la nascita di
una coscienza dei gravi problemi ecologici del nostro pianeta:
io vedo nel virus il rivelarsi di qualcosa che stava già
accadendo e che ci ha dimostrato inoltre come nessuno di noi,
pur chiuso nella sua solitudine, sia un essere isolato''.
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