"Vengo da una famiglia in cui
seguire le regole è un imperativo. Per capire chi ero ho dovuto
infrangerle". Lo afferma Alessandro Benetton nella prima pagina
della sua autobiografia, aggiungendo: "Mi sono guadagnato il mio
spazio dissentendo. Ho cominciato a farlo quando ancora la barba
non mi cresceva, e forse è stato in
quell'istante che, da ragazzo, mi sono tramutato in giovane
adulto. E che ho avuto percezione di essere, prima di tutto,
Alessandro".
Il libro 'La Traiettoria' del presidente di Edizione (la holding
di famiglia) è in uscita edito da Mondadori (pp 396, euro 22,00)
e il manager ha scelto Milano per presentare il suo lavoro.
Ricordandosi della sua percezione non per forza di "un Benetton,
come mi è stato ripetuto innumerevoli volte sin dall'infanzia",
ma di "un uomo. Che, come tutti, ha sbagliato ed è caduto, ma ha
scoperto sulla propria pelle che sbagli e cadute possono essere
opportunità di miglioramento".
"So di essere partito con un certo vantaggio. Ma so anche che la
mia vita, come quella di tutti, non è stata una passeggiata. È
stata una maestra. Mi ha insegnato che ognuno di noi è ciò che
fa quando gli capita quello che non si aspetta. Che, spesso, per
capire chi si è bisogna scegliere la strada più scomoda, la meno
battuta, la meno scontata", aggiunge il manager, fondatore e
guida di 21 Invest, società di investimento presente in vari
Paesi europei. Ricorda un'esperienza come analista nella sede
londinese di Goldman Sachs e il ruolo di presidente di Benetton
Formula 1 Racing Team, portando la scuderia a ottenere due
titoli mondiali piloti e un titolo costruttori. Uomo di sport (è
maestro di sci, allenatore federale di sci alpino e istruttore
nazionale di kitesurf), da presidente di Fondazione Cortina 2021
ha guidato l'organizzazione dei Campionati del mondo di sci
alpino.
"Per pensare in grande è necessario esporsi, rischiare, uscire
dalla propria zona di comfort: dalla rassicurante familiarità di
ciò che già conosciamo". Sappiamo "che abbiamo a disposizione un
tempo finito, ma il nostro operato può travalicarlo e proiettare
tracce di noi nel futuro, se riusciamo a declinarlo in senso
etico", afferma Alessandro Benetton.
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