(di Marzia Apice)
CORINNA DE CESARE, CIAO PER SEMPRE
(Salani, pp.192, 15 euro). "Non ho avuto paura di affrontare nel
romanzo temi forti, perché l'esistenza delle persone è così, non
è mai piatta. Quello che voglio è raccontare la vita da un altro
punto di vista, che spesso è quello delle donne". Per il suo
esordio nella narrativa dal titolo "Ciao per sempre", edito da
Salani, Corinna De Cesare, giornalista, ha scelto una storia
tutta al femminile, che colpisce ed emoziona. Il groviglio
interiore di una ragazza che fatica a diventare donna, gli addii
dolorosi ma necessari per crescere, il fardello di tutto il 'non
detto' che si tramanda inconsapevolmente, i segreti di famiglia
che seppur sepolti alla fine prima o poi sono destinati a
emergere ed "esplodere" animano il romanzo, il cui titolo è
tratto da un'omonima canzone di Levante: "E' perfetto e
racchiude il senso del libro. Non è un addio e non è un ciao: è
ciao per sempre. A volte se non si trova la strada, l'unico modo
per tendere al futuro è tornare indietro", dice all'ANSA
l'autrice. Ed è proprio quello che accade alla protagonista
Margherita: "lei combatte con il suo passato, ma la sua
inquietudine personale non è solo un attaccamento
all'adolescenza, in realtà ha radici più profonde che riguardano
ferite che hanno origini lontane", spiega. Il funerale della
nonna, la vecchia casa nel paesino pugliese di provincia in cui
è cresciuta, le persone che un tempo erano il suo "tutto" e che
ha abbandonato fuggendo nella Capitale: ecco che la
trentacinquenne Margherita, insegnante precaria con velleità da
scrittrice, si immerge nuovamente negli anni '90 quando ancora
ragazzina sognava un futuro del tutto diverso da quello, molto
più deludente, che poi la vita le ha sbattuto in faccia. Nella
prima parte il libro si configura come un intenso racconto
adolescenziale, nel quale Margherita e le donne che ha attorno
(la mamma, l'amica Angela, la nonna) sono caratterizzate con
cura. Il linguaggio, fresco, diretto, tra sprazzi di ironia
(grazie a qualche incursione nel dialetto) e momenti più
drammatici, accompagna l'evoluzione del romanzo che poi prende
altre strade, allargandosi verso temi più difficili: il
femminile e il patriarcato, la forza delle donne, i soprusi, i
compromessi, i pregiudizi. Temi che travalicano la trama e
arrivano dritti al nostro mondo reale: "niente è come sembra,
mai come in questo romanzo. Volevo rompere la retorica e i tabù
legati ad alcune questioni femminili. Nel libro racconto di quel
problema senza nome che hanno molte donne, anche quelle
realizzate nella vita: è qualcosa che spesso riguarda la
condizione femminile, la sottomissione, il patriarcato", spiega
De Cesare, che quotidianamente per lavoro si occupa di diritti,
empowerment, femminismo e minoranze e nel 2019 ha fondato la
newsletter femminista thePeriod. "Tra le pagine ci sono tutte le
donne che ho incontrato e intervistato per lavoro, quelle della
mia adolescenza e quelle della mia famiglia: la mia esperienza,
la mia storia e le mie battaglie si intrecciano al romanzo in
cui racconto di donne forti che inciampano ma poi ce la fanno,
con dignità e orgoglio", dice, "il segreto familiare che aleggia
e diventa sempre più pressante è ciò che spinge Margherita ad
andare avanti pur se lei inizialmente non capisce. Non potevo
non parlare della difficoltà che hanno le donne a combattere
contro il patriarcato e il machismo. Ce ne è un gran bisogno, lo
abbiamo visto recentemente, con quello che è accaduto a Ursula
von der Leyen e con il video di Beppe Grillo". Ispirandosi a
Pavese, citato anche nel romanzo, e alla sua convinzione che "la
fantasia umana è immensamente più povera della realtà",
l'autrice delinea una vicenda profondamente radicata nel sud
italiano, in una Puglia, da cui lei stessa proviene, "molto
diversa da quella raccontata generalmente: nel romanzo siamo
lontani dalla retorica vacanziera, la Puglia qui è selvaggia e
dolorosa e rappresenta molto i personaggi della storia". "Anche
io a 19 anni ho preso il treno per andare via dalla mia terra -
afferma - quando si cresce e si diventa adulti si ha un rapporto
conflittuale con le proprie origini, e volevo raccontarlo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA