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Max Pezzali, mia nostalgia del passato chiave per presente

Max Pezzali, mia nostalgia del passato chiave per presente

30/10 esce album Qualcosa di nuovo. Nel 2021 concerti San Siro

ROMA, 23 ottobre 2020, 20:03

di Claudia Fascia

ANSACheck

Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA
Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Un disco che doveva uscire ad aprile e invece esce ora, sei mesi dopo; la mia prima volta a San Siro con due date rimandate alla prossima estate, il 9 e 10 luglio: come ha sintetizzato Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, tutto questo è la rappresentazione poetica della sfiga degli 883". Max Pezzali ha dovuto fare i conti con la pandemia che ha bloccato i suoi progetti come quelli di tutti. Non senza conseguenze. "Il nuovo disco di inediti era pronto, fotografava il mio mondo prima dello stop globale - racconta Pezzali, pronto a tagliare il traguardo dei 30 anni di carriera, da quel 1991 quando iniziò tutto con la partecipazione a Castrocaro e l'anno successivo con il successo travolgente di Chi ha ucciso l'Uomo Ragno -. Quando l'ho ripreso in mano, sono andato un po' in crisi: mi sembrava che raccontasse qualcosa che non c'era più e anzi stonava con la situazione generale del momento".
A toglierlo dall'imbarazzo, qualche settimana fa, ci ha pensato Michele Canova, proponendogli un brano (scritto a sei mani anche con Jacopo Ettore) che ha poi dato il titolo al progetto: Qualcosa di nuovo, in uscita il 30 ottobre per Warner Music, a cinque anni dal precedente Astronave Max. Una ballad romantica che "ha fatto da collante e da ponte tra il prima e il dopo. La chiave che ha dato dignità al resto, una bella carta da regalo, che avvolge tutto". E non a caso ha dato il titolo all'album, perché "qualcosa di nuovo è quello di cui abbiamo bisogno ora, nelle relazioni umane come nelle motivazioni personali, per guardare oltre la linea dell'orizzonte", dice il cantautore che ha voluto così, per mezzo del disco, lasciarsi alle spalle un mondo che non c'è più. "La nostra illusione è che si torni a come era prima del coronavirus, ma è solo un'illusione". E questo vale anche per i live: "C'è bisogno di musica dal vivo, le surroghe e i palliativi non funzionano. E non funzionano per il pubblico che ha bisogno di sentirsi vicino e per gli artisti che sono sul palco e hanno bisogno di quell'energia che arriva dalla platea. La stessa cosa vale per il calcio: lo stadio vuoto con i giocatori in campo è tremendo".
Nell'album, il quinto pubblicato con il suo nome, corre il filo del ricordo e di ciò che è stato, del tempo che passa e del rapporto (non sempre facile) con il presente. "Ma non è una nostalgia fine a se stessa - spiega il 53enne Pezzali -. Il passato serve come cartina di tornasole non per rimpiangere un passato che non c'è più, ma per interpretare il presente e prepararci al futuro. Un'urgenza per chi come me, con il mio bagaglio, con la mia età e con un figlio di 12 anni, si rapporta all'oggi. Ieri andavamo a 50 all'ora, oggi si va a 350. La rivoluzione digitale ha portato cambiamenti epocali in tempi rapidissimi". Tempi difficili da decodificare, aggiunge Pezzali, "anche per l'accelerazione nella circolazione delle informazioni e delle conoscenze. La riflessione non appartiene a questo momento storico". Lui - inaspettatamente filosofo - si muove sulla linea "del troppo vecchio per essere giovane e troppo giovane per essere vecchio. Ma con la consapevolezza che i momenti negativi sono stati controbilanciati da quelli positivi.
Siamo il frutto dei nostri errori e la vittoria è aver trovato un equilibrio e una narrazione avvincente del tuo percorso".
Un percorso nel quale, dopo l'ultima partecipazione nel 2011, non è prevista una tappa a Sanremo. "A proposito di narrazione, quella del festival non mi appartiene. E' giusto che vada chi ha quell'attitudine. Io no".
Nell'album sono presenti alcuni featuring: da Tormento a GionnyScandal per finire con J-Ax. Il video del singolo Qualcosa di nuovo è stato ideato, prodotto e interpretato da Fabio Volo, mentre Max e suo figlio Hilo compaiono solo come cammei.

   

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