Sono tra le categorie più colpite
dall'emergenza Covid-19. Tra i primi a essere stati fermati e
tra gli ultimi a poter ripartire, con inevitabili grandi
limitazioni. Sono gli artisti, tecnici e professionisti dello
spettacolo dal vivo e i molti enti che ancora oggi non riescono
a ripartire tra necessarie norme di sicurezza sanitaria e
condizioni che, però, spesso non garantiscono neppure la
copertura dei costi di produzione.
Nel pieno dell'emergenza è possibile sostenere il proprio
"teatro" anche attraverso l'Art Bonus, il meccanismo di credito
di imposta del 65%. Attualmente possono ricevere donazioni Art
Bonus gli enti di spettacolo riconosciuti dal FUS (Fondo Unico
dello Spettacolo) appartenenti alle seguenti categorie:
fondazioni lirico-sinfoniche, teatri di tradizione, istituzioni
concertistico-orchestrali, teatri nazionali, teatri di rilevante
interesse culturale, festival, imprese e centri di produzione
teatrale e di danza, circuiti di distribuzione, complessi
strumentali, società concertistiche e corali, circhi e degli
spettacoli viaggianti.
Sul portale ufficiale sono registrati già 328 realtà con 727
raccolte fondi lanciate (su un totale di 4287). Di queste, 328
sono già chiuse perché si riferivano a stagioni musicali e
teatrali passate, ma 399 sono aperte e cercano "mecenati" che
desiderino sostenere istituzioni musicali e teatrali nel momento
in cui la maggior parte delle produzioni sono ancora impossibili
da realizzare.
Inoltre, con la risoluzione N. 40/E del 15 luglio 2020
dell'Agenzia delle Entrate i voucher per spettacoli promossi
dagli enti eleggibili all'Art bonus e annullati causa Covid-19
possono essere trasformati in erogazioni liberali a favore di
quegli enti, ottenendo un credito di imposta pari al 65%
dell'importo speso per l'acquisto dei biglietti.
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