Una donna sempre in prima linea e le sue battaglie professionali e personali. E' la storia di Anna Prouse, protagonista di 'Le Guerre di Anna', il nuovo podcast di Pablo Trincia dal 26 novembre su Audible. Dopo 'Buio', il giornalista e autore ex inviato delle Iene e di Chi l'ha visto?, presta la sua voce con un nuovo audio documentario seriale che racconta le guerre di una donna che è stata dapprima una giornalista, poi una delegata della Croce Rossa scelta per dirigere un ospedale da campo a Baghdad e infine un membro del CPA (Coalition Provisional Authority), il governo provvisorio legittimato dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU per rovesciare il regime dittatoriale di Saddam Hussein. Una vita fuori dal comune alla cui storia si intreccia anche una guerra personale, quella contro la sua malattia e i fantasmi del passato. In 7 episodi da circa 45 minuti ciascuno, Le Guerre di Anna porta alla scoperta della vita e della personalità straordinaria di Anna Prouse, italiana di 50 anni che oggi vive e lavora a San Francisco, e lotta contro un tumore incurabile al cervello. "La parte interessante per me di questo podcast - ha spiegato all'ANSA Anna Prouse - è stata la riscoperta di una parte del mio passato che avevo rimosso e parlandone mi ha aiutato a ricostruire le vicende". Per Anna il podcast rappresenta un percorso che non è solo iracheno, con il racconto della esperienza a Baghdad e a Nassiriya, i due attentati a lei diretti e la fatwa a cui è scampata, ma anche un percorso di vita fatto mentre sta affrontando una grave malattia, che l'ha lasciata cieca ad un occhio, le ha tolto l'olfatto e solo ora sta cominciando a recuperare parte del gusto. "Mi sono detta - continua -che cosa posso lasciare di mio in caso di morte?". E così il podcast si è rivelato lo strumento per Anna per parlare di se' dal punto di vista personale, condividendo candidamente anche le sue sofferenze nonché una relazione turbolenta con la madre forse la causa dietro la sua scelta di abbandonare una vita secondo canoni comuni perfetta a Milano per lavori in cui avrebbe messo chiaramente a rischio la sua vita sia dal punto di vista. E professionale con il suo bagaglio frutto di anni di esperienza in paesi con con governi complessi e critici come l'Iraq, la Somalia, la Libia, la Tanzania. Per raccontare la storia di Anna mi sono allontanato dallo schema narrativo che avevo utilizzato per Buio, così da dare il giusto spazio agli avvenimenti incredibili della sua vita e permettere a tutti di conoscere da vicino e con la voce di testimoni diretti alcuni momenti fondamentali della storia recente" - ha detto Trincia -. E il messaggio finale del podcast è anche un invito a non mollare. Anna, infatti, non si è lasciata scoraggiare da una iniziale sentenza di morte da parte dei medici dopo la diagnosi di tumore e ha deciso di affrontare un'altra delle sue guerre. "Ora il tumore è sotto controllo - ha spiegato - posso dire di aver vinto una guerra. Fino ad oggi sono morta un bel po' di volte ma l'ero andata a cercare (con il suo lavoro in Iraq, ndr), invece questa no. La morte può colpire sempre anche se sembra banalità, ma le difficoltà si possono affrontare e superare e per quanto mi riguarda voglio vivere senza rimpianti".
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