"Nel Pnrr ci sono interventi e
programmi per la supply chain, per far crescere l'azienda almeno
europea, ma meglio nazionale, perché non si finisca per comprare
un sacco di roba da paesi stranieri e portarcela in casa. Questo
sarebbe un peccato per capacità tecnologica del paese. Questo è
previsto nel piano, ed è un elemento essenziale". Lo ha detto
stamani a Rai News 24 il ministro della Transizione ecologica,
Roberto Cingolani.
"L'idrolizzatore per fare l'idrogeno, le batterie per le
auto, gli accumulatori per stabilizzare la rete, le fuel cell a
idrogeno per il trasporto medio pesante, i nuovi sistemi di
generazione di energia: su questa roba qui, noi abbiamo il
dovere di innovare - ha proseguito il ministro -. Se non
innoviamo, la transizione sarà più lenta. E' un grande
investimento, e c'è una parte del Pnrr che riguarda proprio il
potenziamento della ricerca e dello sviluppo. In Italia ci
mancano 30.000 ricercatori nel comparto pubblico rispetto a
paesi europei che hanno la nostra stessa dimensione. Questo è il
momento di colmare questo gap, per diventare più competitivi".
"Il Pnrr è stato fatto tenendo conto delle tecnologie
esistenti - ha detto ancora Cingolani -. E' il meglio che si può
fare per arrivare al 2030 con le tecnologie che abbiamo oggi. Ma
dobbiamo avere la mente pronta per capire se ci sono novità che
ci consentono di accelerare il processo. L'errore più grande che
possiamo fare è quello di cristallzzare il piano a come è stato
concepito oggi. Vedrete che nei prossimi anni sulla chimica dei
materiali per il ciclo del rifiuto, sulle sorgenti di energia,
sugli accumulatori, su chissà quante altre cose, usciranno delle
novità tecnologiche che noi avremo il dovere di incorporare nei
nostri piani".
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