La paura dell'inflazione con le
possibili prossime mosse delle banche centrali, a cominciare
dalla Federal reserve, fiacca le Borse mondiali: a Milano
l'indice Ftse Mib ha concluso in ribasso dello 0,74% a 27.483
punti, l'Ftse All share in calo dello 0,84% a quota 29.935.
Ma tutti i mercati azionari del Vecchio continente hanno chiuso
in negativo, anche per la brutta prima parte della giornata di
Wall street, con trimestrali di grandi società inferiori alle
stime: Londra ha segnato un ribasso finale dello 0,6%, con
Francoforte in calo dell'1% e Parigi dello 0,9%.
A pesare sui mercati anche i forti rialzi sui rendimenti dei
titoli di Stato Usa, in particolare quelli a due anni, con lo
spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni in leggero aumento: il
differenziale ha concluso la seduta sui mercati telematici a 133
punti base rispetto ai 131 dell'avvio, con il rendimento del
prodotto del Tesoro che è all'1,31%.
In Piazza Affari, in particolare, seconda giornata pesante per
Tim: il titolo, dopo il calo del 3,1% della vigilia, ha ceduto
il 3,2% finale a 0,423 euro dopo aver toccato ribassi superiori
ai cinque punti percentuali in corso di contrattazioni e una
breve sospensione in asta di volatilità. Importanti gli scambi
sul gruppo Tlc, pari a 206 milioni di 'pezzi'.
Male anche Diasorin che ha perso il 3,3%, con Prysmian e Saipem
in ribasso entrambi del 2,7% finale. Vendite inoltre su Banca
Generali (+2,6%), mentre il titolo del Leone nel giorno del suo
Consiglio di amministrazione è salito dell'1,4% a quota 18,8
euro. Nel paniere a elevata capitalizzazione della Borsa di
Milano il titolo migliore è stato comunque quello di Tenaris,
sostenuto come alla vigilia anche da un report positivo di
Redburn, ma con il gruppo che si trova comunque in un periodo di
forte crescita.
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