I timori sulla 'stretta' della
Federal Reserve che potrebbe condizionare altre banche centrali,
oltre all'impatto di Omicron sull'economia mondiale e al rischio
di scontro militare tra Russia e Nato in Ucraina hanno fatto
scivolare tutte le Borse europee nell'ultima seduta della
settimana.
A Milano l'indice Ftse Mib ha infatti concluso in ribasso
dell'1,18% a 26.565 punti, l'Ftse All share in calo dell'1,17% a
quota 28.939. Un movimento in linea con tutti i mercati azionari
del Vecchio continente: Francoforte ha ceduto l'1,3%, Amsterdam
l'1,2% mentre Londra ha segnato un ribasso dell'1,1%. Di un
punto percentuale la perdita finale di Madrid, dello 0,8% quella
di Parigi.
Dopo un forte nervosismo a metà giornata su tutti i titoli di
Stato della zona euro, lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10
anni ha concluso la giornata in calo: il differenziale ha chiuso
a 132,8 punti base, dopo aver sfiorato in corso di seduta quota
138 e un avvio a 135 'basis point'. Il rendimento del prodotto
del Tesoro è all'1,28%, con i mercati che per ora non sembrano
aver guardato alla partita sul Quirinale.
Nel paniere a elevata capitalizzazione di Piazza Affari, il
titolo peggiore è stato quello di Saipem, che ha ceduto il 5%
finale a 1,93 euro. Deboli anche Bper (-3,9%), seguita da Cnh in
calo del 3,3%. Piatte Tim (-0,2%) e Generali, che ha chiuso
sulla parità prima dell'annuncio da parte del gruppo Caltagirone
della presentazione di una lista per il Cda del Leone e della
disdetta del patto con Delfin e Fondazione Crt.
In leggera controtendenza (+0,3%) Mediobanca, mentre acquisti
leggermente più consistenti si sono registrati per Leonardo
(+0,9%) e Hera (+1,1%), con Inwit che ha chiuso molto solida in
aumento dell'1,6% a quota 9,29 euro.
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