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Responsabilità editoriale di Advisor
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Il cambiamento climatico costringe gli investitori a valutare due nuovi tipi di rischio: il rischio di transizione, ovvero il costo della transizione verso operazioni a basse emissioni di carbonio, e il rischio fisico, ovvero l'impatto finanziario derivante dalla maggiore frequenza di eventi quali siccità, inondazioni e condizioni meteorologiche avverse, nonché dall'innalzamento del livello del mare.
Lo stress idrico è uno dei rischi fisici più marcati derivanti dal cambiamento climatico di cui devono tenere conto gli investitori, secondo gli esperti di Capital Group. La siccità e la carenza idrica sono eventi idiosincratici con una comprovata capacità di arrestare o ridurre rapidamente la produzione, causare la cancellazione di progetti in fase avanzata e, in ultima analisi, alterare la quota di mercato del settore.
Il settore dei semiconduttori rappresenta, ad esempio, un buon caso di studio: è tra i settori a maggior consumo idrico su base relativa e diversi "hub" in cui vengono prodotti i chip sono stati esposti a gravi eventi di siccità a lungo termine in passato. Diverse aziende leader hanno quindi sviluppato nuovi approcci alla gestione idrica, che hanno permesso loro di riciclare fino al 90% delle acque utilizzate e rafforzare la sostenibilità a lungo termine delle operazioni. Vi sono settori specifici, quali ad esempio i servizi di pubblica utilità o i prodotti alimentari e le bevande, che potrebbero incontrare delle difficoltà.
Poiché il cambiamento climatico continua ad alterare il pianeta, gli investitori devono ricorrere ad approcci aggiuntivi per comprendere i rischi e le opportunità essenziali per i settori e le aziende ad alto consumo di risorse.
Sebbene la siccità potrebbe avere conseguenze di portata mondiale, il rischio di carenza idrica varia notevolmente a seconda della regione e deve, pertanto, essere compreso e gestito a livello locale. Il rischio idrico diventa significativo se le aziende operano (o tentano di espandersi) in zone ad alto stress idrico. I settori con la maggiore esposizione materiale allo stress idrico includono servizi di pubblica utilità, energia, prodotti chimici, alimenti, bevande, hotel, contenitori e packaging, semiconduttori e materiali da costruzione. Le aziende in molti di questi settori possono mitigare, e in alcuni casi eliminare, il rischio di stress idrico selezionando siti di produzione più sicuri, investendo nel riciclaggio e istituendo alternative locali all'acqua dolce.
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