Per promuovere la diffusione dei
salvataggi delle imprese a rischio di chiusura da parte di
cooperative costituite dai dipendenti che ne rilevano
l'attività, Agci, Confcooperative e Legacoop hanno sottoscritto
un accordo con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
I workers buyout sono visti come uno "strumento per risolvere
crisi aziendali, favorire passaggi generazionali, garantire la
conservazione del patrimonio aziendale e del know-how tecnico e
produttivo", si legge in una nota.
"Le centrali cooperative e i sindacati intendono promuovere i
WBO come strumento di democrazia economica e di partecipazione
diretta dei lavoratori per scongiurare la perdita di
occupazione, riducendo il ricorso agli ammortizzatori , dando
continuità alla impresa e generando un aumento del gettito
fiscale per vie delle entrate derivanti da imposte e oneri
previdenziali corrisposti dalla nuova impresa", continua il
testo.
L'accordo prevede la nascita di un Tavolo di confronto
nazionale permanente per monitorare l'andamento delle situazioni
aziendali che potenzialmente potrebbero essere inserite in un
percorso di workers buyout anche come possibile soluzione dei
negoziati aperti presso i "tavoli di crisi". Centrali
cooperative e sindacati hanno, inoltre, messo a punto un
vademecum che rappresenta una guida esplicativa a supporto delle
iniziative che le parti sociali decideranno di mettere in campo.
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