Il caro-energia, poco
sorprendentemente, è in testa anche ai desiderata delle imprese
per l'esecutivo in formazione. A chiedere nuove misure per
contenere gli importi delle bollette è il 54%, oltre un'impresa
su due, mentre il 28% desidera interventi anche per frenare
l'innalzamento dei prezzi di beni e servizi, in primo luogo
delle materie prime. Il 33% vorrebbe invece un'accelerazione
l'attuazione del PNRR ed il 30% la riduzione della burocrazia,
mentre l'11% vorrebbe una moratoria sui finanziamenti. Il 6%,
infine, chiede, un aumento delle pensioni.
Tra le priorità delle piccole imprese c'è, ovviamente, anche
il fisco, sottolinea Confesercenti: il 31% pensa che sia urgente
procedere alla riduzione del cuneo fiscale, mentre il 13% chiede
il taglio dell'Irpef. Più variegate, invece, le opinioni delle
Pmi sulla possibilità di una pace fiscale o di un condono: il
36% dice sì, dichiarandosi favorevole (25%) o molto favorevole
(11%), il 29% la rifiuta, con una quota del 17% di contrari e
del 12% di imprenditori del tutto contrari. Il 25%, invece, non
si ritiene né pro né contro all'ipotesi.
La lista di priorità non coincide del tutto, però, con le
misure che si ritiene verranno più probabilmente portate a
termine. Nonostante l'intervento sulle tariffe energetiche sia
in assoluto il più richiesto, ad esempio, solo l'8% ritiene si
arriverà ad un price cap di luce e gas. Si scommette invece
sull'arrivo di una riforma del reddito di cittadinanza (35%
delle indicazioni) e sugli interventi sull'immigrazione (32%).
Anche se in misura minore, vengono ritenute probabili pace
fiscale (24%), flat tax per le imprese (22%), riforma della
giustizia (21%), taglio dell'Irpef (20%), e riduzione del cuneo
fiscale (17%). La maggioranza relativa delle Pmi (il 37%), si
aspetta che la nuova legislatura sia più stabile di quella
appena conclusa; il 20% meno stabile, mentre il 28% scommette su
un livello di instabilità più o meno simile.
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