La Corte suprema del
Cile ha respinto oggi un appello a favore del 'machi' Celestino
Córdova, autorità indigena mapuche da 102 giorni in sciopero
della fame. L'appello chiedeva che il leader religioso potesse
scontare nel luogo del suo rehue (altare sacro mapuche) parte
della pena detentiva di 18 anni al quale è stato condannato per
l'omicidio della coppia Luchsinger-Mackay nel 2013. Tale
richiesta sta alla base del suo sciopero della fame.
La seconda camera della Corte Suprema ha respinto con quattro
voti contrari a uno l'azione legale presentata dall'Ufficio
della difesa penale pubblica, per chiedere di commutare la
detenzione in carcere con la misura degli arresti domiciliari.
La sentenza ha confermato quanto deciso in primo grado dal
Tribunale di garanzia di Temuco e dalla Corte d'appello della
capitale La Araucanía. Córdova è attualmente ricoverato in
ospedale e soffre di un grave deterioramento della salute a
causa dal suo digiuno prolungato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA