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Stuprata in una stanza del parlamento, choc in Australia

Stuprata in una stanza del parlamento, choc in Australia

La violenza 2 anni fa. Premier prima ignora poi si scusa

ROMA, 16 febbraio 2021, 11:41

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Shock nel mondo politico australiano dopo che una ex dipendente del governo ha denunciato di essere stata violentata in un ufficio del Parlamento due anni fa. Lo riportano i media australiani.
    Lo stupro, ha raccontato la vittima Brittany Higgins, è avvenuto nelle stanze dell'allora vice ministro della Difesa dopo una serata con un gruppo di colleghi del Partito Liberale.
    La donna, allora 24 anni, ha subito raccontato della violenza ai suoi superiori che, ha detto, invece di denunciare l'episodio alla polizia l'hanno costretta ad un incontro con il suo stupratore. Higgins ha spiegato di aver avuto la sensazione che per i suoi capi si trattasse di un "problema politico" e che "si sarebbero sentiti a disagio" se avesse di nuovo sollevato la questione.
    Ieri, quando la storia è venuta fuori, il governo australiano si è difeso sostenendo che Higgins era stata incoraggiata ad andare alla polizia ma vista la crescente indignazione dell'opinione pubblica il primo ministro Scott Morrison ha fatto marcia indietro e si è scusato. "Non sarebbe dovuto accadere. E mi scuso", ha detto ai giornalisti a Canberra.
    Morrison ha rivelato di essersi consultato con la moglie durante la notte e di essersi reso conto della necessità di nuove indagini sulla violenza nei luoghi di lavoro e sul parlamento in particolare. Higgins ha ringraziato il premier ma ha anche sottolineato che non avrebbe dovuto rendere pubblica la vicenda per ottenere questo risultato e che comunque un'inchiesta di questo genere "è soltanto un attesissimo primo passo".
    Il parlamento in Australia è stato spesso criticato per essere un ambiente "tossico" dove regnano bullismo, molestie e comportamenti sbagliati verso le donne. La coalizione conservatrice al potere è stata anche accusata di avere un "problema femminile", con diverse donne di alto profilo che hanno lasciato il parlamento prima delle elezioni del 2019 citando il bullismo tra le ragioni.
   

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