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Guerra di sondaggi: passa Meloni, il Pd supera tutti

Guerra di sondaggi: passa Meloni, il Pd supera tutti

La leader di Fdi: 'La corsa interna nel centrodestra non ci interessa'

14 giugno 2021, 16:25

Redazione ANSA

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Giorgia Meloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgia Meloni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giorgia Meloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per ora non sono numeri tondi, solo decimali. Ma per la prima volta segnano il sorpasso di Fratelli d'Italia sulla Lega (ora al 20,5% contro il 20,1) e quello del Pd che sale sul 'podio' come primo partito nelle intenzioni di voto, a quota 20,8%. E' la fotografia di come lentamente ma inesorabilmente cambiano gli equilibri nei partiti, secondo un sondaggio di Ipsos. Ma non è l'unico: una rilevazione di Demos attesta l'ascesa di Giorgia Meloni come leader preferita del centrodestra, anche fra gli elettori dei tre alleati: il 32% preferirebbe lei alla guida della coalizione alle prossime elezioni, staccata di 8 punti da Matteo Salvini e lasciando invece al 6% Silvio Berlusconi. Cifre ancora troppo risicate per indicare una svolta, ma segno che basta poco per alterare la geografia politica italiana. Tant'è che in serata un sondaggio di Swg sugli orientamenti di voto indica la Lega in testa al 20,9% seguita da FdI al 20,4 e riporta i Democratici al terzo posto con il 19%. Di fronte alle novità, i protagonisti fingono fair play ma continuano a darsi battaglia. Succede in particolare nella Lega che alza il livello di allerta e si concentra sulla federazione del centrodestra e sui referendum sulla giustizia promossi insieme ai Radicali e che vedranno il partito di nuovo in piazza e sulle spiagge per settimane. Non a caso è la federazione l'unico orizzonte a cui ora guarda il segretario leghista. "La facciamo. Darà più forza a noi e al governo", da quasi per scontato a 'Un giorno da pecora', mentre glissa sul partito unico sognato da Antonio Tajani ("Il mio sogno è il Milan campione d'Europa o che l'Italia vinca gli europei"). Nel primo caso sarebbe una sorta di fusione-alleanza dei gruppi parlamentari - con effetti anche sul budget dei singoli gruppi - che inevitabilmente lascerebbe fuori FdI, essendo l'unica forza all'opposizione. Anche per questo Meloni sorvola sull'ipotesi: "Nell'Italia di oggi le priorità sono altre", assicura a margine di un'iniziativa a Verona. In alternativa ci sarebbe il 'partitone a tre', che al contrario dovrebbe inglobare l'alleato più in crescita, acutizzando probabilmente le rivalità interne. Nel breve FdI si gode il piccolo sorpasso: "Ci stiamo prendendo le nostre soddisfazioni - ammette la leader in Veneto - Ci sta tornando indietro il lavoro fatto in 8 anni, segno che non era lavoro sprecato" e ricorda di aver pensato alle dimissioni se non avesse superato la soglia di sbarramento alle ultime europee. Invece da quel voto del 2019 quando il suo partito strappò il 6,5%, non ha mai smesso di crescere conquistando la doppia cifra due anni dopo. Ma messa da parte la soddisfazione, Meloni ostenta correttezza: "Non è la Lega che mi interessa. A me interessa che FdI ha sorpassato il Movimento 5 Stelle prima e il Pd dopo, perché contro quelli combatto". E Salvini le va dietro: "Se il sorpasso riguarda il centrodestra, è un bel sorpasso", si limita a dire. Nel frattempo proprio la Lega tenta il 'riscatto' guardando alle comunali di ottobre: restano da definire i candidati di Milano e Bologna ma è soprattutto sul primo che il partito di Salvini scommette scegliendo un proprio nome, in alternativa al tandem Michetti-Matone voluto da Fdi a Roma. Un accordo sui nomi dovrebbe arrivare entro fine settimana. E dalle parti del Pd è proprio il segretario Enrico Letta a commentare: "stando al governo con Draghi noi cresciamo e Salvini cala pesantemente".

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