Il Recovery Fund e il PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza escono dalle stanze della politica e sono ormai diventati un tema di discussione diffuso tra gli italiani, oltre il 90% è a conoscenza del piano dell’Unione Europea. E quasi tutti concordano il programma dovrebbe impattare in maniera più urgente il settore sanitario, creare opportunità per le piccole imprese colpite dalla pandemia e creare nuovi posti di lavoro o salvare quelli esistenti. Tra gli aspetti importanti per la ripresa emerge in particolare il digitale: più di tre persone su quattro ritengono che i servizi pubblici digitali (80%), le competenze digitali (78%) e l'accesso a Internet a banda larga (77%) siano aspetti importanti per la ripresa dell'Europa.
Sono i risultati di un'indagine condotta da Kantar per conto del Vodafone Institute, il think tank che esplora il potenziale delle tecnologie digitali per la partecipazione sociale e un migliore accesso all'istruzione, per capire quanto le urgenze di un piano europeo (e la sua declinazione italiana) fossero effettivamente percepite. Sono stati intervistati oltre 15.000 cittadini di 15 Paesi europei e il 70% pensa che il Recovery and Resilience Facility (RRF) dell'Unione europea sia un modo efficace per aiutare i paesi a gestire la loro ripresa. Si tratta di 672,5 miliardi di cui 209 sono stati assegnati all'Italia ma l'opinione pubblica rimane scettica, uno su tre italiani ha dei dubbi sul fatto che tutto il denaro stanziato raggiungerà le aree promesse.
“Il sondaggio Digitising Europe Pulse sottolinea che i cittadini guardano ai loro governi nazionali per risolvere la grave crisi sanitaria ed economica e dimostra il valore che attribuiscono alla connettività" commenta Inger Paus, direttore del Vodafone Institute. Il gruppo guidato da Nick Read, come ha ricordato il ceo del gruppo in occasione dei conti, durante la pandemia ha mantenuto connesse le comunità e sostenuto settori chiave come l'istruzione e la sanità. Vodafone vuole continuare a farlo ma, come spiega Joakim Reiter,direttore External Affairs del Gruppo Vodafone e presidente del Vodafone Institute “non possiamo farlo da soli e siamo pronti a collaborare con la Commissione Europea e i governi locali per costruire una società digitale veramente inclusiva e sostenibile per tutti gli europei". E' il momento di accelerare e se le imprese - come emerge dai bilanci dell'intero settore tlc - non hanno i margini per stravolgere i loro piani di investimento è indispensabile l'aiuto delle risorse pubbliche.
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