"Avrei preferenza di no", diceva lo scrivano Bartleby, descritto nella novella omonima di Herman Melville. E così sembrano aver proferito per anni le telco italiane, in relazione alla chiarezza delle offerte di connettività Internet. Hanno preferito comunicarle male per i motivi più disparati: alcune per approfittare della clientela, altre perché non erano in grado, altre ancora per non rischiare di differenziarsi troppo. E nel tempo sono riuscite anche ad avvitarsi su stesse nel tentativo di recuperare quello scostamento tra promesse prestazionali e realtà.
Martedì 16 giugno però è stato tolto il velo a Sky Wifi, il nuovo servizio fibra della più nota media company specializzata nell'intrattenimento televisivo a pagamento. Nella conferenza stampa show, a cui hanno partecipato in video-conferenza una settantina di giornalisti, sono state illustrate caratteristiche e dettagli – com'era prevedibile. Ma invece di giocare la carta dei tecnicismi respingenti lo stesso AD Maximo Ibarra ha condotto la presentazione come un moderno Virgilio fra cantiche esperienziali. Per altro nel momento dedicato alle domande ha dimostrato di essere maggiormente sul pezzo rispetto ad alcuni invitati, a dimostrazione che Sky ha deciso scientemente di puntare su una strategia votata alla semplicità. Ibarra è stato AD di Wind Tre e KPN, la principale telco olandese, quindi avrebbe potuto tranquillamente tenere una lectio magistralis sulle telecomunicazioni. Così non è stato.
"Sky Wifi", nomen omen. Si chiama così perché non c'è bisogno di puntare su termini altisonanti e anabolizzati. Sky si affida infatti alla sua nuova rete in fibra che sfrutta parzialmente l'FTTH (fiber-to-the-home) di Open Fiber. Ciò vuol dire che la promessa di 1 Gbps in download direttamente in casa è abbastanza verosimile. Quando invece si impiegano altre tecnologie si entra in uno spazio di probabilità che condiziona fortemente l'esperienza d'uso. Insomma, se puoi permetterti di dire "fibra" ogni argomentazione può concentrarsi su altro. Come ad esempio l'app per gestire i dispositivi, il parental control e persino i pods che ampliano il raggio di copertura domestico del Wifi.
Tutto perfetto, lucido e brillante? No, affatto, perché bisognerà attendere i bundle del prossimo autunno per comprendere la portata di questa rivoluzione. Se Sky sarà in grado di far risparmiare qualcosa giocando sull'abbinamento tra i suoi servizi di connettività e i contenuti, allora saremo di fronte al primo vero "triple play" dirompente. Connessione, telefono e TV esistono da un pezzo sul mercato, ma non hanno mai troppo brillato nella selezione di titoli e nella trasparenza tariffaria: al termine delle promozioni è sempre stato un terno al lotto capire quanto avremmo speso. E poi il mercato delle licenze legate a film e serie TV è un territorio in evoluzione: prima dominavano le pay TV, oggi ci sono anche le piattaforme streaming. Telco però sempre escluse; almeno fino a qualche giorno fa.
Dario d'Elia
Twitter: dariodelia74