Il primo ministro etiope, Abiy
Ahmed, ha detto oggi che i leader dello Stato regionale del
Tigrè sono in fuga a ovest della capitale tigrina Makallè dopo
settimane di combattimenti, aggiungendo che le forze federali li
stanno seguendo con attenzione e li "attaccheranno" presto.
"Voglio che mi ascoltino: ieri sera, intorno alla mezzanotte, li
abbiamo visti dalla sala di controllo delle operazioni nell'area
tra Hagere Selam e Abiy Addi", ha detto Abiy rivolgendosi ai
deputati e riferendosi alle due città ubicate a ovest della
capitale tigrina, Makallè. "Non li abbiamo attaccati perché
durante la loro ritirata hanno portato con sé mogli, bambini e
soldati rapiti...ma questo non andrà avanti", ha aggiunto. Abiy,
che l'anno scorso ha vinto il premio Nobel per la pace, ha detto
oggi che i soldati non hanno ucciso i civili quando hanno preso
il controllo di Makallè e di altre città nella regione tigrina.
"Makallè è nostra, è stata costruita con le nostre risorse. Non
la distruggeremo", ha dichiarato il primo ministro etiope. "Non
è stato fatto del male ad alcuna persona nell'operazione a
Makallè", che è stata ultimata sabato. Lo scorso 4 novembre,
Abiy ha deciso un'offensiva militare contro i leader del partito
di governo locale, il Fronte di liberazione del popolo dei Tigrè
(Tplf), accusato di aver attaccato due basi dell'esercito
federale. Tplf ha negato le accuse, ma la mossa del primo
ministro etiope è arrivata dopo mesi di tensioni tra governo
centrale e locale, con i tigrini che hanno tenuto anche elezioni
regionali a settembre nonostante il divieto del governo per la
pandemia.
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