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Giovani Confindustria, a noi manca la politica vera

Giovani Confindustria, a noi manca la politica vera

ROMA, 24 giugno 2022, 12:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"A noi manca la politica vera"; "c'è bisogno della Politica, quella con la P maiuscola" chiedono i Giovani imprenditori di Confindustria dal convegno di Rapallo dove hanno invitato i leader di partito. Oggi c'è bisogno - avverte il presidente Riccardo Di Stefano - di "un governo non solo stabile ma in grado di convincere gli investitori internazionali e le agenzie di rating della sua effettiva stabilità. Un governo che, fino al giorno delle elezioni, sia capace di garantire l'assenza di balletti, di do ut des e di concessioni strategiche a questo o a quel partito. Perché in un contesto critico servono risposte nette e puntuali".
    "Siamo pronti a dare fiducia a chi è disposto a risolvere i problemi. Ovvero a fare politica. Nel senso nobile e autentico del termine. E non altro. Perché, lo ripetiamo, siamo stufi tanto dei populismi quanto delle burocrazie", dice il leader degli industriali under40 dal tradizionale convegno di giugno dei Govani Imprenditori a Rapallo, dove sono in agenda gli interventi di leader di partito: Giorgia Meloni e Antonio Tajani oggi; domani Enrico Letta, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Giuseppe Conte. "A noi manca la politica vera, quella che, attraverso il dialogo parlamentare, individui degli obiettivi condivisi e li realizzi con l'azione di governo", sottolinea ancora il leader degli industriali under40: "Ci manca la politica che parli dello sviluppo come necessità etica ed esistenziale e non lo valuti esclusivamente con i punti percentuali del Pil". Ai leader politici i Giovani di Confindustria ricordano "le sfide che abbiamo di fronte", chiedono di "confrontarsi su quanto detto, lo scorso anno, su questo stesso palco" e guardano all'appuntamento di Rapallo: "Quando torneremo qui, ci saranno state le elezioni politiche. E sarà ancora più interessante ricordare quello che ci siamo detti". Di Stefano avverte: "Attenzione, però: il mio non è un pacato invito a soppesare le parole. No. Semmai è una palese richiesta di mantenere le promesse". "Vogliamo affermare, ancora una volta, l'importanza della partecipazione al voto", sottolinea ancora il presidente dei Giovani di Confindustria che chiedono "a coloro che si propongono di guidare il nostro Paese e che saranno con noi in questi due giorni, di farlo pensando a quel compito come ad una missione in cui coinvolgere i cittadini e far recuperare loro entusiasmo e coscienza civile. E non come ad un piano di comunicazione. Sperando, al tempo stesso, che chi ha intenzione di varare una legge elettorale, se la immagini duratura per i prossimi trent'anni, e non esaurita nello spazio esiguo di una legislatura, se non meno. Ascoltando, infine, chi sarà in grado di introdurre soluzioni per garantire una vera governabilità". E "l'unico modello in Italia che si è dimostrato stabile è quello dell'elezione dei sindaci. Al momento, non ne vediamo altri". "Vorremmo anche vedere, nei programmi delle forze politiche e nelle azioni che portano avanti al Governo o in Parlamento un vero riformismo competitivo", sottolinea ancora Di Stefano. "Significa credere nelle riforme non per costrizione ma per convinzione. E vuol dire smettere di ragionare solo su interventi tampone, concentrandosi, per davvero, su quei processi di cambiamento in grado di rendere il Paese più moderno, più competitivo e più giusto".
   

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