"A noi manca la politica vera"; "c'è
bisogno della Politica, quella con la P maiuscola" chiedono i
Giovani imprenditori di Confindustria dal convegno di Rapallo
dove hanno invitato i leader di partito. Oggi c'è bisogno -
avverte il presidente Riccardo Di Stefano - di "un governo non
solo stabile ma in grado di convincere gli investitori
internazionali e le agenzie di rating della sua effettiva
stabilità. Un governo che, fino al giorno delle elezioni, sia
capace di garantire l'assenza di balletti, di do ut des e di
concessioni strategiche a questo o a quel partito. Perché in un
contesto critico servono risposte nette e puntuali".
"Siamo pronti a dare fiducia a chi è disposto a risolvere i
problemi. Ovvero a fare politica. Nel senso nobile e autentico
del termine. E non altro. Perché, lo ripetiamo, siamo stufi
tanto dei populismi quanto delle burocrazie", dice il leader
degli industriali under40 dal tradizionale convegno di giugno
dei Govani Imprenditori a Rapallo, dove sono in agenda gli
interventi di leader di partito: Giorgia Meloni e Antonio Tajani
oggi; domani Enrico Letta, Matteo Salvini, Matteo Renzi,
Giuseppe Conte. "A noi manca la politica vera, quella che,
attraverso il dialogo parlamentare, individui degli obiettivi
condivisi e li realizzi con l'azione di governo", sottolinea
ancora il leader degli industriali under40: "Ci manca la
politica che parli dello sviluppo come necessità etica ed
esistenziale e non lo valuti esclusivamente con i punti
percentuali del Pil". Ai leader politici i Giovani di
Confindustria ricordano "le sfide che abbiamo di fronte",
chiedono di "confrontarsi su quanto detto, lo scorso anno, su
questo stesso palco" e guardano all'appuntamento di Rapallo:
"Quando torneremo qui, ci saranno state le elezioni politiche. E
sarà ancora più interessante ricordare quello che ci siamo
detti". Di Stefano avverte: "Attenzione, però: il mio non è un
pacato invito a soppesare le parole. No. Semmai è una palese
richiesta di mantenere le promesse". "Vogliamo affermare, ancora
una volta, l'importanza della partecipazione al voto",
sottolinea ancora il presidente dei Giovani di Confindustria che
chiedono "a coloro che si propongono di guidare il nostro Paese
e che saranno con noi in questi due giorni, di farlo pensando a
quel compito come ad una missione in cui coinvolgere i cittadini
e far recuperare loro entusiasmo e coscienza civile. E non come
ad un piano di comunicazione. Sperando, al tempo stesso, che chi
ha intenzione di varare una legge elettorale, se la immagini
duratura per i prossimi trent'anni, e non esaurita nello spazio
esiguo di una legislatura, se non meno. Ascoltando, infine, chi
sarà in grado di introdurre soluzioni per garantire una vera
governabilità". E "l'unico modello in Italia che si è dimostrato
stabile è quello dell'elezione dei sindaci. Al momento, non ne
vediamo altri". "Vorremmo anche vedere, nei programmi delle
forze politiche e nelle azioni che portano avanti al Governo o
in Parlamento un vero riformismo competitivo", sottolinea ancora
Di Stefano. "Significa credere nelle riforme non per costrizione
ma per convinzione. E vuol dire smettere di ragionare solo su
interventi tampone, concentrandosi, per davvero, su quei
processi di cambiamento in grado di rendere il Paese più
moderno, più competitivo e più giusto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA