Tornano da dove tutto è partito un
anno fa.
Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, il duo che nel 2011 ha
dato vita al progetto de La Rappresentante di Lista, saranno di
nuovo al festival di Sanremo con Ciao Ciao, dopo il successo
dodici mesi fa del brano Amare.
Messe da parte le paure da outsider ("non abbiamo niente da
perdere: sappiamo cosa fare, cosa ci aspetta e non ci faremo
travolgere da pensieri di classifica"), tornano cresciuti,
consapevoli e "pronti a sfruttare quel palcoscenico che ci ha
dato tate soddisfazioni", già a partire dal 2020 quando furono
ospiti della serata delle cover per Rancore. "Amare ha fatto da
apripista per un percorso molto ricco. Ci ha permesso di
arrivare a tanti, di vivere un'estate piena di live con un
pubblico nuovo, ci ha dato energia per altri progetti, come il
nostro primo romanzo, Maimamma, e fatto scoprire lati nuovi: è
stato un viaggio di ricerca sia artistico, con una definizione
sempre più puntuale della nostra produzione, che personale,
migliorando la percezione di noi stessi e rendendoci più liberi.
Abbiamo scoperto che i limiti sono diventati una corazza e non
più dei muri", raccontano i due artisti che alle spalle hanno
anche una solida formazione teatrale. E Ciao Ciao, in questo
percorso "è come se rappresentasse la chiusura di un cerchio".
Se Amare mostrava un lato più emotivo, Ciao Ciao va in un'altra
direzione, "un altro aspetto di ciò che è La Rappresentante di
Lista". Nel brano che porteranno all'Ariston raccontano la fine
del mondo, versione LRDL, tra pandemia e cambiamenti climatici.
Un racconto energico e sopra le righe dalle atmosfere vintage
anni Settanta: una giostra perfetta, un'apocalisse a colori, tra
vertigine sociale e voglia di festa, in cui bisogna fare alla
svelta i conti con la crisi generale in atto. Sullo sfondo due
anni di coronavirus. "Ma Ciao Ciao non parte dalla pandemia, non
è quello lo spunto - racconta LRDL, che per il momento non ha in
programma un disco di inediti in uscita ma il repack di My mamma
e un tour -, ma ciò che ti succede intorno in qualche modo ti
attraversa, lo digerisci e poi lo ritiri fuori in forme
diverse".
Lo scenario apocalittico, piuttosto, riprende quello del romanzo
"Maimamma", uscito in autunno. Un filo rosso che collega libro e
canzone, che condividono l'universo narrativo e le tematiche,
dall'eredità - disastrata - che abbiamo ricevuto a quella che
lasceremo ai nostri figli, dall'ecologia al corpo. Temi da
sempre cari al progetto nato nel 2011. "Chi ci conosce ritroverà
qualcosa di familiare, chi si avvicina per la prima volta potrà
apprezzare la nostra dimensione live". Fine del mondo e ritmo
dance. "Una sorta di ballo sofferente, mesto, ma ci è sempre
piaciuto giocare con i contrasti. Atmosfere giocose che indagano
problemi e realtà complicate". Il pubblico, che a differenza di
un anno fa quest'anno dovrebbe gremire la platea, darà una mano
a La Rappresentante di Lista. "Sarà fondamentale, un pubblico in
presenza vive, respira, risponde". Ma l'ombra del covid continua
ad aleggiare. Ieri Aka 7even ha annunciato la sua positività, e
se non dovesse negativizzarsi in tempo, rischia si saltare il
festival. "Noi siamo molto attenti, prendiamo tutte le
precauzioni necessarie, ma non siamo in paranoia e non viviamo
chiusi in casa. Nessuna bolla per il momento".
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