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Massa svela statua bimbo rapito che divenne pascià di Algeri

Massa svela statua bimbo rapito che divenne pascià di Algeri

Realizzata in marmo da liceali e donata a capitale nordafricana

MASSA (MASSA CARRARA), 24 gennaio 2022, 16:27

Redazione ANSA

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Da Massa ad Algeri nel segno dell'arte, sulle orme di Alì Piccinin: così è stata svelata una statua in marmo alta tre metri che ricorda il bambino di Mirteto, un paese vicino a Massa, che fu rapito dai corsari barbareschi sul finire del '500 durante una delle incursioni nell'entroterra, condotto come bottino ad Algeri e che poi divenne pascià della città nel 1645.
    Gli studenti del liceo artistico 'Felice Palma', grazie al contributo della Fondazione Marmo Onlus, hanno realizzato una statua in marmo, che sarà donata proprio alla città di Algeri per essere collocata nel palazzo dei Rais (lo stesso dove era cresciuto il bimbo apuano rapito) nei pressi della moschea di Alì Piccinin, per le celebrazioni dei 400 anni dalla sua costruzione, il 4 marzo. L'opera è stata svelata il 24 gennaio nel laboratorio d'arte Mosti Art Sculptures di Massa. Tra i presenti Abdelkrim Touahria, ambasciatore di Algeria in Italia, Nassima Hocine, console generale di Algeria a Milano, Bernarda Franchi, presidente della Fondazione Marmo Onlus, lo scrittore Riccardo Nicolai, autore delle ricerche sulla storia di Alì Piccinin e ideatore del progetto, più gli studenti del liceo Palma. La Fondazione Marmo Onlus ha sostenuto i costi per lo svolgimento del percorso di competenze trasversali e orientamento (Pcto), per la sbozzatura a robot e la realizzazione della scultura.
    L'anno scorso gli studenti hanno realizzato circa 45 bozzetti in argilla e plastilina e tra questi una giuria ha selezionato quello di Giulia Vatteroni. "Gli studenti hanno sperimentato come nasce un'opera, dalla documentazione ai disegni, dai bozzetti all'organizzazione di una mostra, fino alla realizzazione della scultura, imparando a conoscere nuove tecniche scultoree anche con uso di robot", ha spiegato Paolo Della Pina, professore che ha seguito gli studenti nel progetto. "Teniamo molto a questo progetto - ha commentato Bernarda Franchi, presidente della Fondazione Marmo - perché unisce due priorità: la formazione delle giovani generazioni, attraverso l'acquisizione e lo sviluppo delle competenze, e la valorizzazione dell'identità del nostro territorio, in una prospettiva internazionale".
   

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