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'Sala Arbasino' inaugurata al Vieusseux, c'è il suo archivio

'Sala Arbasino' inaugurata al Vieusseux, c'è il suo archivio

Firenze, scrittore dispose destinazione in testamento

FIRENZE, 27 settembre 2022, 20:09

Redazione ANSA

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Libri, cataloghi, plaquettes, appunti, fotografie, una selezione di opere d'arte, la sua macchina da scrivere elettronica: è la "Sala Arbasino", inaugurata oggi presso la sede dell'Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux, a Firenze, frutto delle disposizioni testamentarie di Alberto Arbasino, scomparso nel marzo 2020. Nell'occasione hanno ricordato la sua figura, gli interventi del critico letterario Antonio D'Orrico, e degli storici dell'arte Anna Ottani Cavina e Carlo Sisi.
    Il Gabinetto Vieusseux ha ricevuto in dono l'archivio privato dello scrittore, la biblioteca, arredi e opere d'arte: la sala è stata allestita nel corso dell'estate, nella sede dell'Archivio a Palazzo Corsini Suarez. "Quando penso alla cultura e alla storia di Firenze, immagino un ponte sulla conoscenza, vogliamo essere un grande contenitore inclusivo", ha affermato il vicesindaco di Firenze Alessia Bettini, presente all'inaugurazione, come anche gli eredi dello scrittore.
    La scelta dell'autore è stata "il frutto di una riflessione che con la sua sensibilità e la sua intelligenza ha condotto nel tempo", ha spiegato Gloria Manghetti, direttrice del Gabinetto Vieusseux, ricordando che Arbasino "aveva una consuetudine con Firenze, andava al Teatro del Maggio, veniva a vedere mostre, e amava il Gabinetto Vieusseux. Negli anni della direzione di Enzo Siciliano ci chiese di venire a visitare proprio questo archivio. Mi ha colpito vedere, fra le carte che conserviamo, le lettere tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, quando a più di 80 anni ha iniziato a fare una riflessione sul destino da dare a tutta questa documentazione: con persone amiche cercava di comprendere, valutare il luogo dove lasciare tutto questo, e iniziò a prendere contatti con le varie istituzioni preposte alla memoria del '900".
   

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