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Mencacci, sequenziamento Covid fatto da noi funziona

Mencacci, sequenziamento Covid fatto da noi funziona

"A breve" a regime, annuncia direttrice microbiologia Perugia

PERUGIA, 08 febbraio 2022, 11:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrà entrare a regime "a breve" l'attività di sequenziamento del virus Sars-CoV-2 da parte del laboratorio di microbiologia dell'Azienda ospedaliera di Perugia. I test finora eseguiti sono stati infatti "confermati al 100 per cento" dall'Istituto zooprofilattico di Teramo. Lo ha detto la direttrice della microbiologia perugina, la professoressa Antonella Mencacci, rispondendo all'ANSA.
    "Si tratta ora - ha spiegato Mencacci - di stressare il sistema, di vedere fino a quanti campioni possiamo fare, calcolare bene i tempi e valutare bene la questione del personale perché questa attività la stiamo facendo con lo stesso personale che lavora all'analisi dei temponi. Un ringraziamento speciale va alla collega e amica Roberta Spaccapelo che mi aiutato a organizzare il laboratorio e tutta l'attività di sequenziamento facendo anche l'attività di formazione".
    I campioni finora sequenziati autonomamente hanno permesso di accertare la presenza anche in Umbria della variante Omicron due.
    La professoressa Mencacci ha quindi ribadito che "il test molecolare è quello di riferimento" per individuare i positivi al Covid. "Per molto tempo - ha aggiunto - tutti gli antigenici positivi dovevano essere confermati. Quindi hanno avuto un ruolo essenziale". Ha quindi sottolineato come "restano assolutamente quelli più attendibili di tutti". "Gli antigenici - ha proseguito - quando la carica virale è molto bassa possono essere falsamente negativo. Tuttavia il test antigenico positivo, essendolo a cariche alte, identifica il paziente fortemente contagioso". La direttrice della microbiologia dell'ospedale di Perugia esclude comunque che si possa arrivare ad avere test antigenici con la stessa sensibilità dei molecolari. "Questi ultimi infatti - ha spiegato - amplificano ciò che c'è nel campione biologico, cioè l'RNA virale, e quindi ha una massima sensibilità. L'antigenico invece fotografa, vede, conta quello che c'è nel campione senza però amplificarlo". Gli antigenici vengono comunque utilizzati per screening anche nelle strutture sanitaria. "Dalla letteratura scientifica - ha detto - emerge infatti che fare il test antigenico anche a bassa sensibilità molto spesso è utile per identificare persone asintomatiche o paucisintomatiche che non sanno di essere positive e contagiose. Piuttosto che fare un test ad altissima sensibilità come il molecolare una volta al mese - ha concluso Mencacci - è quindi meglio fare l'antigenico più spesso".

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