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Assemblea Umbria respinge mozione su disavanzo sanità

Presentata dalle opposizioni, maggioranza vota contro

(ANSA) - PERUGIA, 31 GEN - L'Assemblea legislativa ha respinto con 12 voti contrari della maggioranza e sette favorevoli delle opposizioni una mozione del consigliere del Pd Michele Bettarelli (primo firmatario) e di tutti i consiglieri di opposizione (Vincenzo Bianconi-misto; Tommaso Bori-Pd; Thomas De Luca-M5s; Andrea Fora-Patto civico; Simona Meloni, Fabio Paparelli-Pd; Donatelli Porzi-misto) in merito al "Disavanzo economico finanziario della sanità regionale".
    L'atto impegnava la Giunta regionale a "riferire i dati definitivi della situazione economico-finanziaria del servizio sanitario regionale riferiti all'anno 2022, in considerazione del fatto che nella risposta dell'Assessore regionale alla Sanità ad una apposita interrogazione si faceva riferimento al terzo trimestre; mettere in campo tutti gli strumenti ed iniziative utili ad evitare il collasso del Sistema Sanitario della Regione Umbria, sia dal punto di vista economico finanziario, sia da quello organizzativo-strutturale". Illustrando l’atto all’Aula, Bettarelli ha osservato che “in conseguenza della pandemia i sistemi regionali, compreso quello della Regione Umbria, hanno affrontato ingenti spese per la gestione dei pazienti e per la campagna vaccinale, in parte ‘ammortizzate’ dalla mancata effettuazione di prestazioni ambulatoriali e chirurgiche non urgenti". "Personalmente, lo scorso 17 novembre - ha ricordato - ho inoltrato richiesta di accesso agli atti richiedendo il carteggio con il Ministero della Salute, ma ad oggi non è pervenuta alcuna risposta formale. Nella seduta di quest’Aula dello scorso 20 dicembre è stato discussa un’interrogazione sulla ‘situazione economico finanziaria della Sanità Regione Umbria’ alla quale l’Assessore alla Sanità ha risposto confermando un disavanzo nel Conto economico del Ssr che si attesta su circa 200 milioni di euro così suddivisi: 80 milioni Asl Umbria 1; 60 milioni Asl Umbria 2; 40 milioni Azienda ospedaliera Perugia e 20 milioni Azienda ospedaliera Terni. La Giunta regionale, a partire da Giugno 2022, avrebbe messo in atto interventi di ‘riorganizzazione ed efficientamento’, ma ad oggi non risulta nessun tipo di riscontro a riguardo. Nel corso del 2022, nonostante una diminuzione della pressione sul sistema sanitario causata dal Covid, abbiamo assistito a un aumento esponenziale delle liste d’attesa, con tempi lunghissimi, in alcuni casi anche di 11 mesi per una visita. Situazione confermata dai monitoraggi effettuati attraverso le prenotazione dei medici di base e i numeri forniti dalle stesse Aziende ospedaliere e sanitarie nei piani monitoraggio periodici. In aggiunta si continuano a registrare allarmi e appelli da parte dei sindacati dei medici, degli infermieri, delle associazioni del terzo settore e delle Rsa, sulla mancanza di organico e sulla fuga dei medici ed operatori sanitari dal sistema pubblico. La medicina dello sport dell’Alto Tevere è uno degli esempi delle difficoltà che vive il nostro sistema sanitario. Erano previste visite mediche gratuite fino a 18 anni, in convenzione con le società sportive e con le scuole. Erano oltre 11mila le visita erogate ogni anno. Nel 2022 le visite si sono ridotte ad un terzo di questa cifra. Quindi migliaia di ragazzi non hanno avuto accesso a questo servizio oppure sono andati in strutture private. Un fatto grave perché si tratta di una medicina preventiva che consente di scoprire eventuali patologie, mettendo in condizione i giovani di curarle in tempo ed evitando possibili eventi tragici”. Per Tommaso Bori, Pd, “la Giunta sta smantellando la sanità pubblica, come promesso nel programma elettorale". "La sanità privata, come ci dimostrano altre Regioni - ha aggiunto -, non garantisce a tutti le stesse prestazioni. Per privatizzare la sanità si crea il buco di bilancio in Regione (ora a 250 milioni) senza investire e senza assumere. A livello nazionale intanto si inizia a parlare delle assicurazioni private in sanità mentre si tagliano i fondi. Non vogliamo una sanità come quella americana, in cui il primo dato richiesto è la forma di pagamento. Questa gestione della sanità costringe le famiglie a rinunciare alle cure o a rivolgersi al privato. Il buco di bilancio della sanità umbra è enorme e ingestibile. Ingestibile come il rimpasto di Giunta, tanto annunciato e mai realizzato”. “Queste argomentazioni sono in gran parte fantasiose" ha replicato il capogruppo della Lega Stefano Pastorelli. "I problemi della sanità - ha aggiunto - sono nazionali ed è sbagliato specularci. Avete voluto una audizione fiume in terza Commissione, in cui vi è stato spiegato di nuovo quale è la verità dei fatti. Non esiste alcun atto che dimostri l’intento di privatizzare la sanità. Nel passato i bilanci erano in pareggio solo perché sono state usate risorse aggiuntive, andate perse per ripianare i debiti accumulati. Debiti che ci hanno indebolito durante il Covid. E anche la spesa farmaceutica è cresciuta nel passato. La mobilità passiva è crescita durante le precedente Giunta. Peraltro tutte le Regioni hanno accumulato deficit durante la pandemia, anche quelle governate dal Pd. Anche Bonaccini ha lanciato l’allarme sui conti della sanità delle Regioni, a cui servirebbero cinque miliardi. Smettete dunque di fare opposizione sterile e cercate di essere una minoranza costruttiva”. Thomas De Luca, M5s, ha detto che “si è registrata una precarizzazione della governance così come una totale assenza della politica, che ha appaltato le decisioni ad altri". "Ho sperato nel rimpasto - ha detto - e in una discontinuità con il nulla cosmico che c’è stato fino ad oggi. Sull’ospedale di Orvieto la politica non si è assunta alcuna responsabilità. Sono ormai i tecnici a governare questa Regione, con una logica che non tiene conto delle persone. La privatizzazione non avviene con atti formali ma costringendo i pazienti ad affrontare liste lunghissime o a fare molte decine di chilometri. Il riequilibrio territoriale dei posti letto non c’è stato, essi sono stati semplicemente spostati alla sanità privata”. “Se ci sono osservazioni sulle dichiarazioni della presidente o dell’assessore queste andavano fatte in Commissione - ha sostenuto Francesca Peppucci, FI -, quando ce n’era modo. Invece si preferisce arrivare in Aula con un argomento a piacere, spaziando tra molti argomenti diversi. La mozione che ci è stata sottoposta era ben più limitata e con un dispositivo preciso. Di iniziative e azioni per sostenere la sanità regionale ne sono già state prese. Le premesse del documento delle opposizioni non tengono conto delle difficoltà che tutte le Regioni stanno vivendo. Non abbiamo mai utilizzato Sanitopoli per fini politici. La rete ospedaliera doveva essere razionalizzata e ristrutturata. I ritardi sul Piano sanitario non tengono conto dei due anni di pandemia. La gravità della spesa farmaceutica era già stata segnalata nel 2018, quando erano chiari anche i problemi connessi alla crescita della mobilità passiva. Questa mozione è piena di dimenticanze, è fine a sé stessa, non contiene alcun contributo positivo. Mentre si torna a citare il rimpasto di Giunta, che non rappresenta di certo una priorità per i cittadini”.

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