Una riduzione del sovraffollamento
nelle carceri dell'Umbria nel 2020 in seguito alle misure
attuate per ridurre la diffusione del Covid è emersa dalla
relazione del "Garante regionale delle persone sottoposte a
misure restrittive o limitative della libertà personale" davanti
alla terza Commissione dell'Assemblea legislativa, presieduta da
Eleonora Pace, e approvata con il voto contrario di Valerio
Mancini, Lega. Il report è stato illustrato dall'ex Garante,
Stefano Anastasia, dal 15 giugno sostituito da Giuseppe Caforio.
Dagli ultimi dati del Ministero della Giustizia emerge -
riferisce Palazzo Cesaroni - che al 30 giugno in Umbria c'erano
1.337 detenuti su 1.330 posti detentivi, quindi con "solo sette"
detenuti in più rispetto alla capienza massima. In particolare
però la casa circondariale di Terni mantiene una situazione di
sovraffollamento, con 70 persone in più di quelle che potrebbero
essere ospitate. "Durante la pandemia - è emerso dalla relazione
- nei penitenziari umbri si è registrata una buona capacità di
attuare misure sanitarie di prevenzione della diffusione del
contagio da Covid".
"L'epidemia - ha rimarcato Anastasia - ha cambiato le attività
svolte e la vita negli istituti. Il sistema penitenziario, oltre
al sovraffollamento soffre di altre criticità: serve una più
stretta integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali; è
necessario digitalizzare le carceri, anche per garantire la
didattica a distanza e l'accesso a molti servizi; va completata
la campagna vaccinale negli istituti di pena; rivedere le misure
di sorveglianza sanitaria alla luce dell'evoluzione del quadro
epidemiologico; mancanza di una residenza per le misure di
sicurezza (Rems) e gestione della salute mentale in carcere;
andrebbe adottata la cartella clinica informatizzata e
sperimentate forme di telemedicina; semplificazione dell'accesso
ai servizi anagrafici a Spoleto; bisognerebbe colmare la carenza
di personale a Perugia e Terni. La gran parte delle persone
detenute in Umbria non sono residenti qui, ma provengono da
altre regioni e vengono inviate qui per scontare pene detentive
mediamente lunghe. Ciò comporta che negli istituti di Spoleto e
Terni, dove ci sono sezioni di alta sicurezza, ci sono molti
detenuti che provengono da regioni meridionali e devono scontare
lunghe pene. A questo si aggiunge il problema dei trasferimenti,
anche nelle sezioni di media sicurezza, arrivano molti detenuti
dalla Toscana, causando molti problemi di gestione, spesso
trasferiti per motivi di 'ordine e sicurezza'. Ciò comporta un
peso ulteriore per il personale penitenziario umbro. Questa
problematica potrebbe essere amplificata dalla scelta del
Ministero rispetto alla costruzione di un nuovo padiglione nel
carcere di Capanne (Perugia) con un aumento di circa 200 posti,
da destinare a detenuti che verranno trasferiti da altri ambiti
territoriali. Ritengo che il sistema penitenziario umbro non
abbia bisogno di questo incremento di posti, che invece
andrebbero implementati laddove esiste questa esigenza, anche
per garantire la 'territorializzazione' dei detenuti, per poter
essere effettivamente reinseriti al termine della pena.
L'ufficio del Garante dei detenuti avrebbe bisogno di dotazioni
e strutture più adeguate al fine di poter assolvere in maniera
piena e concreta il proprio ruolo".
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