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Ristoratore guarito, in ospedale c'è un altro mondo

Ristoratore guarito, in ospedale c'è un altro mondo

Dieci giorni al Parini. "Ignoranza in chi nega gravità malattia"

AOSTA, 12 novembre 2020, 10:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Quando sono entrato in ospedale ho trovato un altro mondo, solo chi ci passa riesce a capire. Devo ringraziare gli operatori sanitari per la loro attenzione e cura, hanno una marcia in più". A parlare è un ristoratore di Gressan, sessantenne, che preferisce mantenere l'anonimato, dopo aver trascorso 10 giorni all'ospedale Parini a causa del Covid.
    "Io e mia moglie siamo sempre stati molto attenti - racconta - e già dalla fine di settembre non siamo quasi più usciti di casa, cene comprese. Ho dovuto fare un piccolo intervento chirurgico e probabilmente in quel momento è successo qualcosa. Quando sono tornato a casa avevo sempre la febbre, mai sotto i 37,5 gradi.
    Avevo paura di essere stato contagiato ma ero anche tranquillo perché sapevo di essere stato attento. Poi qualche giorno dopo mi sentivo uno straccio e ho deciso di chiamare il 112. E' stata una decisione intelligente, anzi forse dovevo farla prima".
    Arrivato in ospedale, è subito stata rilevata la sua positività al coronavirus oltre ad una polmonite. "Avevo la saturazione del sangue a 90 - prosegue - e mi hanno ricoverato agli infetti.
    Facevo fatica a respirare, mi sembrava di avere qualcosa che mi impediva di prendere aria. Tenevo giorno e notte la maschera dell'ossigeno. Non potevo alzarmi, non potevo fare niente se non stare a letto. Intorno avevo altri pazienti che stavano male".
    Lo stato clinico del ristoratore è migliorato dopo 48 ore. "Ho cominciato a stare meglio - continua - e mi hanno trasferito in altri reparti. In totale sono stato ricoverato 10 giorni, è stata una bruttissima esperienza ma anche un'esperienza importante perché mi ha fatto capire tante cose. Sono a casa, posso passeggiare con il cane, sono tornato a vivere. Ogni tanto devo ancora prendere l'ossigeno per non affaticare il cuore.
    Adesso speriamo che la stagione invernale possa partire, lo dico per i miei dipendenti, io quest'anno mi accontenterei di non avere perdite ". Un appello? "Bisogna avere rispetto per gli altri, quando vedo chi nega la gravità della malattia oppure chi non vuole mettere la mascherina penso a quanto ignoranza c'è in giro". 
   

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