"L'assessorato fa il suo lavoro, non
ha preferenze, non spinge affinché persone siano operate prima,
anche perché non è di sua competenza né è nelle sue facoltà, né
lo vuole assolutamente fare. Però si vuole interessare dei
pazienti con patologie gravi e capire perché non vengono
trattate". Così l'assessore regionale alla Sanità, Roberto
Barmasse, interpellato dall'ANSA, interviene sul caso del padre
del consigliere regionale operato quando era stata limitata
l'attività delle sale operatorie e su cui sta indagando la
procura di Aosta, per accertare se siano state violate le regole
vigenti in quei giorni di emergenza sanitaria e se quindi siano
o meno state 'scavalcate' altre persone in lista d'attesa.
"Il paziente - ricorda Barmasse - doveva essere operato nei
giorni in cui mi è stata fatta la segnalazione", per cui "ho
chiesto alla segreteria di informarsi per sapere quale fosse la
problematica, in modo da dare una risposta. Niente di più,
niente di meno, quello che deve fare un assessorato con la
responsabilità che ha sulle persone". Per esempio "in quei
giorni avevamo chiamato anche la gastroenterologia per sapere
come mai a un altro paziente con sospetta neoplasia del colon
non era ancora stata fatta la colonscopia".
"E' stato segnalato dal consigliere - aggiunge l'assessore -
che c'era un problema con patologia grave e importante a cui era
stato sospeso l'intervento e non era stata fornita una data
alternativa. Visto che le patologie oncologiche noi siamo tenuti
a trattarle, è ovvio che l'assessorato si interessa per sapere.
Poi magari la risposta può essere 'perché non ce la facciamo'
oppure 'magari non ce la facciamo adesso, ce la faremo tra due
settimane', però per l'assessorato e per l'assessore è
importante sapere se il paziente viene comunque trattato. Perché
sennò ci sono centri oncologici come Candiolo, come l'Istituto
tumori di Milano, che non avendo pazienti Covid possono operare
i pazienti oncologici".
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