Un summit in cui gli stessi presidenti si sono detti ''preoccupati'' per le difficolta' delle sfide delle trasformazioni democratiche nei Paesi della sponda sud, come dalla crisi economica e finanziaria e l'insicurezza nel Sahel. E sottolineano la necessita' di 'investimenti considerevoli'' nelle infrastrutture e nel sostegno alle piccole e medie imprese, facendo appello per ''la creazione di una Banca di sviluppo per il Mediterraneo''. Raccogliendo le indicazioni del Forum della societa' civile della Fondazione Anna Lindh, conclusosi ieri sempre a Marsiglia, i presidenti dei Parlamenti si dicono convinti che proprio i cittadini del Mediterraneo rappresentano un vivaio di idee e di buone pratiche che gli Stati e le istituzioni dell'Upm ''sono chiamati a mettere a profitto nella forma di un effettivo partenariato. E auspicano un ''rafforzamento'' del ruolo dell'Upm come sistema partecipativo fondato appunto su progetti concreti, nel campo delle infrastrutture, dell'ambiente, dell'energia, della creazione di lavoro per i giovani e dell'educazione, auspicando anche la creazione di uno spazio euro-mediterraneo per la formazione, l'insegnamento superiore e la ricerca. I conflitti irrisolti nel Mediterraneo, aggiungono, non devono piu' essere un 'pretesto' per ritardare la realizzazione dei progetti dell'Unione, dicono ancora i presidenti dei Parlamenti con particolare riferimento alla questione israelo-palestinese. Un tema non affrontato direttamente nel corso del summit, ha detto il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, perche' ''oggi si e' cercato di trovare un accordo dove sia possibile''.
Si e' ''naturalmente'' parlato anche della crisi siriana - ha risposto ancora Schulz - ma la sede non era quella in cui si potessero prendere decisioni concrete su questioni cruciali come la revisione dell'embargo europeo sulle armi chiesta dalle opposizioni al governo del presidente Assad. Si e' invece parlato dell'emergenza rifugiati negli altri Paesi, tema posto in particolare dal rappresentante della Giordania: un Paese che continuera' a tenere le sue frontiere aperte, ha riferito la presidente della Camera Laura Boldrini, ma ha grandi difficolta' finanziarie nel dare assistenza ai 600 mila rifugiati che vi hanno trovato accoglienza. (ANSA). BOR/