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BRUXELLES - Una notte di riflessione non è stata sufficiente a sbloccare l'impasse in cui si è incagliata la trattativa sul rilancio dell'operazione europea Sophia, che numerosi Paesi dell'Ue vorrebbero rafforzare anche con assetti navali, per aggiungere efficacia al controllo sull'embargo delle armi alla Libia. Alla riunione straordinaria di stamani del Comitato politica e sicurezza (Cps), Austria e Ungheria hanno mantenuto la porta chiusa alla possibilità che nel suo 'revamping', Sophia torni a disporre anche di navi. La discussione comunque andrà avanti nei prossimi giorni, secondo quanto spiegano più fonti diplomatiche europee all'ANSA. Vienna e Budapest insistono nel dire no a qualsiasi soluzione sulla ripartizione di eventuali migranti soccorsi in mare: una questione secondaria rispetto alla discussione, ma su cui i due Paesi sono granitici. Al momento tra i 27 c'è intesa solo per rafforzare la vigilanza aerea. Un segnale che vari Stati ritengono insufficiente, in vista della riunione dei ministri degli Esteri Ue, del 17 febbraio.