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Migranti: presidente Melilla, serve rete frontiera più alta

Dopo la sentenza Corte Strasburgo contro le espulsioni sommarie

06 ottobre 2017, 13:18

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - MADRID, 6 OTT - Aumentare l'altezza della doppia barriera di protezione frontaliera di Melilla, per impedire l'arrivo di migranti, se questi non possono essere immediatamente espulsi in Marocco. E' quanto chiede il presidente dell'enclave spagnola nel paese magrebino, Juan José Imbroda, dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani, che condanna la Spagna per le 'devoluciones en calientes', le espulsioni sommarie, dei migranti che riescono a scavalcare la frontiera. In dichiarazioni ai media iberici, Imboda ha assicurato che si aspetto che il governo spagnolo presenti ricorso alla corte di Strasburgo, perché altrimenti la barriera di protezione, due alte reti metalliche alte sei metri, sarebbe vulnerabile agli assalti dei migranti. "Sarà necessario elevarla in altezza per prevenire la pressione migratoria", ha detto il presidente della città autonoma, esponente del Partido Popular, che teme che la sentenza dell'alta corte dei diritti umani possa richiamare "migliaia di subsahariani che aspettano un'opportunità per entrare a Melilla e a Ceuta", l'altra città autonoma spagnola in Marocco. Imboda ha difeso il lavoro degli agenti della guardia civile impegnati nei controlli frontalieri: "Si stanno spaccando la faccia per difendere la frontiera di Spagna e d'Europa", ha detto, e per frenare i flussi di clandestini che arrivano a Melilla dal Nord Africa. E ha sostenuto che dove la Corte europea dei diritti umani dovrebbe intervenire è "contro le mafie dell'immigrazione", perché i migranti subsahariani "non arrivano alla frontiera in maniera spontanea", ma lo fanno dopo aver subito "vessazioni, violenze, aggressioni e dopo aver pagato" i trafficanti di esseri umani. La corte di Strasburgo ha condannato il governo spagnolo a indennizzare 5.000 euro a due migranti subsahariani, N.D del Mali, e N.T della Costa d'Avorio, che sono riusciti a scavalcare la doppia barriera di protezione di Melilla, per poi essere immediatamente espulsi in Marocco, senza essere stati preventivamente identificati e senza aver ricevuto assistenza legale. La sentenza conclude che la Spagna ha violato il diritto a un ricorso effettivo che "suppone un'espulsione di carattere collettivo", contraria all'Accordo europeo di Diritti Umani. (ANSAmed)

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