GAZA - L'ala militare della Jihad islamica, Saray al-Quds, ha proclamato oggi lo stato di massima allerta fra i propri miliziani a Gaza in sostegno dello sciopero della fame ad oltranza intrapreso ieri da oltre 100 loro compagni reclusi in Israele. Ieri il leader della Jihad islamica Ziad Nahala ha avvertito, da Beirut, che il movimento è determinato a sostenere quella protesta anche con la forza.
''Annunciamo che siamo adesso in massima mobilitazione'', ha precisato l'ala militare della Jihad islamica. ''Ora attendiamo ordini''. Da Gaza City fonti locali aggiungono che in città non si nota comunque per ora una tensione particolare.
I detenuti della Jihad islamica hanno denunciato ieri di essere sottoposti ad una serie di nuove restrizioni da parte del servizio carcerario israeliano dopo l'evasione dal carcere di massima sicurezza Gilboa, il 6 settembre, di sei detenuti, cinque dei quali esponenti di spicco del movimento. Tutti gli evasi sono stati nel frattempo catturati. Il numero esatto dei detenuti impegnati nello sciopero della fame ad oltranza non è chiaro perché nel frattempo sono stati dispersi in diverse prigioni. Secondo le stime sarebbero fra 100 e 400.
Oggi un esponente di al-Fatah ha espresso sostegno alla protesta. A Gaza, secondo il quotidiano Yediot Ahronot, Hamas ha intanto rimesso in libertà un palestinese arrestato oltre un mese fa dopo che aveva sparato da distanza ravvicinata ed ucciso un militare israeliano. Secondo il giornale si era trattato di un 'arresto protettivo', per metterlo cioè a riparo da una eventuale attacco israeliano nei suoi confronti.
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