TEL AVIV - Migliaia di persone si sono radunate la scorsa notte a Gerusalemme presso l'ufficio del premier Naftali Bennett per sostenere una presenza ebraica definitiva nell'avamposto di Homesh (Cisgiordania settentrionale) dove un mese fa un seminarista ebreo fu vittima di un attentato palestinese.
Secondo i dimostranti - fra cui dirigenti del movimento dei coloni, deputati del Likud e dell'estrema destra - il governo israeliano deve astenersi dal "premiare il terrorismo" sgomberando per sempre da Homesh, come si accinge a fare, un collegio rabbinico che si trova sul posto. Al contrario, hanno aggiunto, la presenza ebraica a Homesh (un insediamento rimosso nel 2006) deve adesso essere legalizzata ed anche estesa.
Intanto nel vicino palestinese di Burqa (Jenin) resta elevata la tensione. Gli abitanti - che sostengono di essere i proprietari delle terre su cui si trova il collegio rabbinico di Homesh - sono tornati a scontrarsi anche ieri con l'esercito israeliano.
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