(ANSAmed) - PISA, 28 NOV - Dagli strati più alti
dell'atmosfera arriva un nuovo approccio rivoluzionario per la
pulizia e il restauro delle opere d'arte. Si tratta
dell'ossigeno atomico che in natura si trova tra gli 80 e i 300
km da terra con una concentrazione massima tra gli 85 e i 125 km
in atmosfera. Produrre l'ossigeno atomico con macchinari di
facile utilizzo e validarne i protocolli d'uso per la
conservazione dei beni culturali sono gli obiettivi di Moxy, un
progetto europeo partito di recente che ha come unico partner
italiano l'università di Pisa.
"I metodi di pulizia delle opere d'arte attualmente disponibili - spiega la professoressa Ilaria Bonaduce del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'ateneo pisano e referente per il progetto - richiedono un contatto con le superfici e l'utilizzo di innumerevoli prodotti con rischi per la salute e l'ambiente. Moxy quindi mira a una rivoluzione verde grazie allo sviluppo di una tecnologia pulita che utilizza nient'altro che atomi di ossigeno". L'ossigeno atomico, prosegue, "rappresenta un approccio radicalmente nuovo che potrà consentire di rimuovere in sicurezza contaminanti altamente problematici senza contatto, senza solventi e senza liquidi".
Sono stati due scienziati della Nasa, Sharon Rutledge Miller e Bruce Banks, i primi negli anni '90 ad applicare l'ossigeno atomico per pulire "Bathtub", un dipinto di Andy Warhol vandalizzato a colpi di rossetto. Da allora l'ossigeno atomico è rimasto estraneo al mondo dell'arte e ora il team di Moxy punta a utilizzarlo per la conservazione del patrimonio culturale.
"Lavoreremo - afferma Bonaduce - per comprendere l'interazione chimica che si instaura tra il plasma di ossigeno atomico e i materiali organici che costituiscono le opere d'arte con particolare attenzione ai dipinti moderni e contemporanei particolarmente delicati e fragili, ma indagheremo anche i gas prodotti durante la pulitura con l'ossigeno atomico, per assicurare la sicurezza dei conservatori all'opera sui manufatti artistici".
Il consorzio comprende esperti di fisica del plasma, di chimica, di scienza della sostenibilità, di restauro e di conservazione dei beni culturali.(ANSAmed).
"I metodi di pulizia delle opere d'arte attualmente disponibili - spiega la professoressa Ilaria Bonaduce del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'ateneo pisano e referente per il progetto - richiedono un contatto con le superfici e l'utilizzo di innumerevoli prodotti con rischi per la salute e l'ambiente. Moxy quindi mira a una rivoluzione verde grazie allo sviluppo di una tecnologia pulita che utilizza nient'altro che atomi di ossigeno". L'ossigeno atomico, prosegue, "rappresenta un approccio radicalmente nuovo che potrà consentire di rimuovere in sicurezza contaminanti altamente problematici senza contatto, senza solventi e senza liquidi".
Sono stati due scienziati della Nasa, Sharon Rutledge Miller e Bruce Banks, i primi negli anni '90 ad applicare l'ossigeno atomico per pulire "Bathtub", un dipinto di Andy Warhol vandalizzato a colpi di rossetto. Da allora l'ossigeno atomico è rimasto estraneo al mondo dell'arte e ora il team di Moxy punta a utilizzarlo per la conservazione del patrimonio culturale.
"Lavoreremo - afferma Bonaduce - per comprendere l'interazione chimica che si instaura tra il plasma di ossigeno atomico e i materiali organici che costituiscono le opere d'arte con particolare attenzione ai dipinti moderni e contemporanei particolarmente delicati e fragili, ma indagheremo anche i gas prodotti durante la pulitura con l'ossigeno atomico, per assicurare la sicurezza dei conservatori all'opera sui manufatti artistici".
Il consorzio comprende esperti di fisica del plasma, di chimica, di scienza della sostenibilità, di restauro e di conservazione dei beni culturali.(ANSAmed).