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SARAJEVO - Con l'arrivo della stagione fredda, nel nordovest della Bosnia-Erzegovina, lungo la cosiddetta rotta balcanica, si ripropone l'emergenza migranti che bivaccano in condizioni di estrema precarietà a ridosso della frontiera nel perenne tentativo di passare in Croazia e proseguire il viaggio verso l'Europa occidentale.
I media locali riferiscono di alcune centinaia di profughi, rimasti fuori dai centri di accoglienza, e sistemati in un campo improvvisato alle porte di Velika Kladusa, in prossimità del confine croato, fra i quali numerose donne e bambini. Le basse temperature e la pioggia degli ultimi giorni hanno sensibilmente peggiorato le condizioni di vita, con servizi igienici pressoché inesistenti e scarsità di cibo, la cui disponibilità è legata in larga parte all'attività di organizzazione umanitarie e donazioni private.
Secondo le autorità locali, nel cantone Unsko-Sanski, nell'estremo nordovest della Bosnia-Erzegovina, si trovano attualmente circa 1.500 migranti, concentrati intorno a Velika Kladusa e a Bihac.