(ANSAmed) - ROMA, 2 MAR - Il Mediterraneo si è innalzato di
circa 30 cm negli ultimi 1.000 anni, ma oggi siamo di fronte ad
una brusca accelerazione, che lascia prevedere una crescita di
tre volte tanto nei prossimi 100 anni. E' quanto rileva una
ricerca internazionale coordinata dall'ENEA da poco pubblicata
sulla rivista scientifica Quaternary International e realizzata
insieme a ricercatori dell'INGV e delle Università di Roma ''La
Sapienza'', Bari ''Aldo Moro'', Lecce, Catania, Haifa (Israele),
Parigi e Marsiglia (Francia).
''In mille anni - spiega Fabrizio Antonioli del Laboratorio
Modellistica Climatica e Impatti dell'ENEA - il Mediterraneo è
aumentato da un minimo di 6 a un massimo di 33 cm, un livello
inferiore del 65 per cento rispetto alle più recenti proiezioni
dell'IPCC, secondo le quali l'innalzamento del mare a livello
mondiale è stimato tra i 60 e i 95 cm entro il 2100. Si tratta
di un'evidente accelerazione, dovuta principalmente al
cambiamento climatico causato dall'aumento della concentrazione
di CO2 in atmosfera, che negli ultimi quattro anni ha superato
in modo stabile il valore di 400 ppm, un livello mai toccato
sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni''. Per studiare le
variazioni del livello del Mediterraneo, il team di ricerca ha
preso in esame 13 siti archeologici sulle coste di Italia,
Spagna, Francia, Grecia e Israele, in luoghi dove venivano
estratte le mole olearie, cioè le grosse pietre utilizzate per
la macinazione delle olive. L'aumento più elevato è stato
riscontrato in Grecia a Nea Peramos sul golfo Saronico vicino ad
Atene, mentre il valore più basso è stato misurato nell'isola
spagnola di Maiorca. ''Questo studio - sottolinea Antonioli - è
stato realizzato in aree stabilida un punto di vista tettonico,
alcune anche parzialmente sommerse, coniugando scienza e
archeologia''. In Italia l'indagine si è concentrata in tre aree
del sud - Scario (Salerno), Torre Santa Sabina, vicino Otranto
(Lecce) e Punta Penne (Brindisi) - dove il livello del mare si è
innalzato di circa 15 cm negli ultimi mille anni. ''In Italia -
conclude Antonioli - sono 33 le aree a rischio a causa
dell'aumento del livello del mare. Le zone più estese si trovano
sulla costa settentrionale del mare Adriatico tra Trieste e
Ravenna, altre aree particolarmente vulnerabili sono le pianure
costiere della Versilia, di Fiumicino, le Piane Pontina e di
Fondi, del Sele e del Volturno, l'area costiera di Catania e
quelle di Cagliari e Oristano''. Il massimo aumento del livello
delle acque, conclude, ''è atteso nel Nord Adriatico dove la
somma del mare che sale e della costa che scende raggiungerà
valori compresi tra 90 e 140 centimetri''. (ANSAmed).
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