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Scoperta catastrofica inondazione Mediterraneo 6 mln anni fa

Studio di Università Malta e Ogs Trieste

01 marzo 2018, 18:07

Redazione ANSA

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. - RIPRODUZIONE RISERVATA

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TRIESTE - Quasi sei milioni di anni fa nel Mar Mediterraneo si è verificata la più grande inondazione del pianeta: un'alluvione catastrofica in cui l'acqua, passando dallo Stretto di Gibilterra, ha inondato tutto il bacino mediterraneo. Lo testimonia uno studio recentemente pubblicato sulla rivista "Scientific Reports" guidato da Aaron Micallef (Università di Malta) e da Angelo Camerlenghi (Ist. Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale-OGS), e che ha coinvolto altri ricercatori OGS, e di Ictja-Csic(Spagna), Università di Brest/CNRS (Francia), di Catania, di Kiel e Geomar (Germania).
Il team internazionale ha dimostrato che l'alluvione, nota come Zancleana, ha messo fine alla cosiddetta Crisi di Salinità Messiniana, un periodo in cui, 6 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo si trasformò in un gigantesco lago salino a causa del restringimento della sua connessione con l'Oceano Atlantico e dell'intensa evaporazione. Una delle teorie proposte per spiegare il ritorno del Mar Mediterraneo alle normali condizioni marine alla fine della crisi di salinità, 640.000 anni dopo, è un'alluvione passata attraverso lo Stretto di Gibilterra.
Esaminando la più completa raccolta di dati di fondali marini provenienti dalla Sicilia orientale e dalle isole maltesi, i geologi hanno scoperto nelle profondità abissale del Mar Ionio una vasta massa di sedimenti sepolti che si pensa siano stati erosi e trasportati dall'alluvione Zancleana. Questa massa di detriti corrisponde a un'area equivalente a quella dell'isola di Creta e, in alcuni punti, ha uno spessore di 900 metri. Il passaggio dell'inondazione Zancleana attraverso la scarpata di Malta - enorme falesia calcarea sottomarina, al tempo emersa parzialmente - ha provocato una cascata alta 1,5 chilometri (5 volte l'altezza della Torre Eiffel). Questa acqua ha eroso un canyon di 5 chilometri di larghezza e 20 di lunghezza sul fondale marino che è ancora preservato sott'acqua al largo della città di Noto (Sicilia sud-orientale).
"Il livello del Mar Mediterraneo durante la crisi di salinità è diminuito di oltre un migliaio di metri e la fine della crisi di salinità è coincisa con una catastrofica alluvione che ha colpito l'intero Mar Mediterraneo, prima attraverso lo stretto di Gibilterra e poi attraverso la Sicilia meridionale" spiega Angelo Camerlenghi, direttore della Sezione di Geofisica di OGS.
"I dati di sottosuolo, in parte acquisiti dalla nave oceanografica OGS Explora, sono stati elaborati nei nostri laboratori e sono stati integrati con l'analisi topografica della Scarpata di Malta effettuata dai colleghi Maltesi. La scoperta pone un altro tassello alla risoluzione della più antica e longeva controversia scientifica nel campo delle scienze della Terra: l'origine della crisi di salinità del Mediterraneo". Il lavoro è stato sostenuto da Marie Curie Action, dal Consiglio Europeo della ricerca e dall'azione Cost Medsalt.

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