Secondo una ricerca dell'Istituto del Lavoro della Gsee, uno dei due maggiori sindacati del Paese che raggruppa i lavoratori del settore privato, in questi quattro anni di crisi le famiglie greche hanno visto la loro capacità di spesa crollare del 37,2% mentre un terzo della popolazione vive tuttora al di sotto della soglia di povertà o è deprivato dei fondamentali requisiti per vivere una vita normale per effetto - secondo un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ocse) - dell'esplosione della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile. Il Pil è diminuito del 25% mentre l'alta pressione fiscale ha colpito soprattutto i lavoratori con bassi redditi e i pensionati.
Nello stesso tempo, sulla stampa internazionale si alternavano scenari catastrofici che volevano la Grecia fuori dall'Europa oppure si annunciava come imminente una guerra civile per mancanza di cibo. Alla fine tutte queste nere previsioni sono state smentite, anche se la strada da percorrere per il risanamento dell'economia nazionale è ancora lunga. "La Grecia - secondo il ministero delle Finanze - si trova ormai sulla strada della ripresa economica. Negli ultimi due anni le cose sono andate molto meglio del previsto e lo stesso succederà in futuro. Nel 2014, per la prima volta dopo sei anni ininterrotti di austerità, ci sarà un aumento del Pil dello 0,6%. Nel 2015 si prevede uno sviluppo del 2,9% mentre per il 2016 il tasso di sviluppo sarà intorno al 3,7%". Si tratta, secondo il ministero, di previsioni "caute" che non tengono conto di una serie di riforme strutturali già attuate o che si stanno attuando e che contribuiranno ulteriormente a migliorare la competitività dell'economia greca. Intanto il governo, forte dei primi risultati concreti della propria politica economica - tra cui il raggiungimento dell'avanzo primario nel bilancio del 2013 confermato dall'Eurostat e il successo ottenuto con il ritorno sui mercati internazionali - si prepara a mettere in atto un Piano di Sviluppo economico integrale. Tale piano prevede, tra l'altro, una serie di interventi in molti settori tra cui turismo e agricoltura che costituiscono le principali industrie del Paese, insieme con la riduzione delle tasse per le imprese e le persone fisiche, la riduzione dei contributi previdenziali, il sostegno ai giovani imprenditori e la riforma del settore giudiziario allo scopo di snellire l'amministrazione della giustizia. Il Piano di Sviluppo, elaborato dal ministero delle Finanze sulla base di studi del Centro per la Pianificazione e la Ricerca Economica (Kepe), della Fondazione per la Ricerca Economica e Industriale ellenica (Iobe) e della McKinsey, una società di consulenza manageriale, sarà presentato dal governo greco alla riunione dell'Eurogruppo del 5 maggio. L'opposizione, da parte sua, esprime dubbi circa l'efficacia dei risultati sinora raggiunti dal governo. Syriza, il partito della sinistra radicale e maggiore formazione all'opposizione guidato da Alexis Tsipras, candidato della sinistra europea alla Presidenza della Commissione Ue a maggio, accusa il governo di nascondere la verità in vista delle prossime consultazioni sostenendo che sono in arrivo un nuovo Memorandum, altre misure di austerità per 7,7 miliardi di euro e ancora tagli a stipendi e pensioni. Euclidis Tsakalotos, responsabile del settore economico del partito, sostiene che l'avanzo primario non risolve il problema della sostenibilità del debito pubblico che nel 2013 ha raggiunto il 175% del Pil e ricorda che "tutti i successi di cui parla il governo sono stati raggiunti con grandi sacrifici da parte del popolo e con la distruzione del tessuto economico e sociale del Paese". Anche Fotis Kouvelis, il leader di Sinistra Democratica che per quasi un anno ha fatto parte del governo di coalizione, pur ammettendo l'utilità dell’avanzo primario ha ricordato che "il suo raggiungimento deve essere basato su una politica di sviluppo e non sull'alta pressione fiscale, sulla riduzione della spesa pubblica e su misure che portano alla recessione". (ANSAmed).
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