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Crisi: Grecia; il Paese è già in piena campagna elettorale

In vista di un sempre più possibile ricorso antipato alle urne

30 settembre 2014, 12:25

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 30 SET - La presenza della troika (Fmi, Ue e Bce) ad Atene dimostra che la Grecia non è ancora tornata ad essere un Paese normale. Importanti passi sono stati compiuti sinora in questa direzione, ma le pretese dei rappresentanti dei creditori internazionali sono difficili da soddisfare in quanto potrebbero provocare un "incidente di percorso" che comprometterebbe gran parte di quanto è stato sinora fatto con enormi difficoltà.

Il governo di coalizione guidato da Antonis Samaras da parte sua sa bene che in Parlamento non esiste alcuna maggioranza disposta ad approvare nuove misure di austerità e sta lavorando per liberarsi della presenza della troika e del Fmi, sciogliendo oltre un anno prima del previsto l'accordo e rinunciando all'ultima rata da 10 miliardi di euro sui quali poteva contare per il 2015.

In altre parole, la Grecia è ormai pronta per uscire sui mercati finanziari internazionali e lasciare dietro gli anni duri della crisi. Resta da vedere se il sistema politico sarà in grado di condurre in porto l'operazione visto che, a due anni dalla scadenza naturale della legislatura, il Paese è già entrato in campagna elettorale in quanto una mancata elezione del nuovo presidente della Repubblica (il mandato di Karolos Papulias scade il 12 febbraio) porterebbe ad elezioni anticipate.

I due partiti che sostengono il governo - Nea Dimokratia (Nd) di centro-destra e il socialista Pasok - devono fare i conti con i "ribelli" al loro interno che si lamentano della politica sinora seguita e minacciano di non votare più misure che colpiscono redditi e pensioni, mentre qualcuno della maggioranza minaccia addirittura di non votare per il presidente della Repubblica per costringere il governo a cambiare politica.

Samaras, premier e leader di Nd, approfittando del 40.mo anniversario della fondazione del partito, ha cercato di mobilitare vecchi e nuovi dirigenti e militanti del partito sferrando un duro attacco contro Syriza e il suo leader Alexis Tsipras (ma senza mai nominarlo) e annunciando nello stesso tempo una serie di alleggerimenti fiscali. Tra questi, la riduzione delle aliquote fiscali per le imprese e i liberi professionisti - al 20% dall'attuale 26% -, la riduzione delle tasse per le auto di lusso sino al 30% (probabilmente con validità retroattiva dall'inizio del 2014) e la riduzione del 30% per l'anno prossimo della tassa di solidarietà imposta a causa della crisi. Proposte che, per i media locali, non sono che il preludio di elezioni anticipate. Per quanto riguarda il Pasok, ogni giorno il partito che ha governato la Grecia per oltre 20 anni è alle prese con i problemi interni dovuti alle lamentele di una parte dei suoi parlamentari e alle recriminazioni dell'altra: senza motivo, d’altra parte, visto che dopo tutto anche loro sono tra i responsabili della crisi economica della Grecia. Da parte sua Syriza, il partito di sinistra radicale e partito di maggioranza relativa in Grecia (in base ai risultati delle europee di giugno), si prepara a lanciare una grande campagna d'informazione per spiegare al popolo - come si legge in un comunicato del partito - "la necessità di un cambiamento radicale e l'attuazione della politica alternativa" proposta da Syriza. La campagna si svilupperà su due fronti: in Parlamento con la presentazione di una serie di iniziative di carattere legislativo per l'alleggerimento fiscale delle fasce sociali maggiormente colpite dalla crisi (una proposta in tal senso è stata già presentata e riguarda l'abolizione dell'aumento della tassa speciale sul gasolio da riscaldamento e la fornitura gratuita di elettricità alle famiglie più bisognose) e nel Paese con una serie di conferenze regionali in cui sarà illustrato il programma di governo di Syriza.

A queste iniziative del partito - "che mirano al rafforzamento delle alleanze tra le forze politiche e sociali che rivendicano il rovesciamento democratico del pericoloso governo di Samaras e delle sue politiche" - vanno aggiunte quelle a livello internazionale del suo leader, Tsipras, che puntano a forgiare eventuali alleanze contro le politiche di austerità sinora seguite dall'Ue e coltivare il suo nuovo profilo da europeista convinto. (ANSAmed).

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