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Tunisia: il pesante lascito politico di Chokri Belaid

Due anni fa l'uccisione dell'esponente laico

06 febbraio 2015, 13:27

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - ROMA, 06 FEB - Due anni fa, in una grigia giornata d'inverno, a pochi passi dalla sua abitazione, fu ucciso Chokri Belaid, in un agguato terroristico che ancora oggi non ha ufficialmente dei colpevoli.

Martire laico della Tunisia democratica, nata dalle ceneri del regime di Ben Ali, Belaid resta un simbolo per un Paese che, ancora oggi, è alla ricerca di certezze e, quindi di stabilità, per il presente e per le generazioni future.

L'assenza di un colpevole, di chi ha pianificato, organizzato ed attuato l'uccisione di Belaid è, però, un macigno sulla strada della nuova Tunisia che solo rispondendo ai tanti perchè di questa morte potrà dirsi veramente capace di estirpare dal suo tessuto sociale la pianta venefica dell'eversione.

La gragnuola di proiettili che inchiodò Belaid sull'automobile che, quella mattina, come tutte le altre mattine, l'attendeva davanti casa per portarlo al lavoro, uccise l'uomo, tentando di fare lo stesso anche per tutto quello che egli simboleggiava. A cominciare dalla battaglia che, quotidianamente, conduceva contro le distorsioni dell'islam, con la conseguente deriva terroristica. Ma la laicità che traspariva in ogni atto politico di Belaid non significava il rifiuto dell'islam, che era la sua religione, ma di cui aveva una visione di tolleranza e condivisione avversata invece da coloro che, anche oggi, considerano l'islam come qualcosa da imporre e non invece da promuovere.

La Tunisia che partecipò in massa alle esequie di Belaid - milioni le persone che il corteo funebre costeggiò sino al cimitero di El Jallez dove la salma fu inumata nel famedio dei Martiri - ha però perso per strada la consapevolezza della forza del messaggio dell'esponente politico, la sua piena consapevolezza che, per portare il Paese verso la democrazia, la società deve avere la forza di espellere le forze più oscurantiste e violente. Ma questa operazione, all'indomani del martirio di Belaid, ha cozzato contro interessi ben diversi di chi non ha voluto cogliere la pericolosità di cui alcune frange estremistiche si sono fatte portabandiera già nelle ore successive all'agguato. Quale eredità ha lasciato Chokri Belaid? Sarebbe facile rispondere ricordando le sue battaglie di civiltà. Ma forse a rendere al meglio quel che ha lasciato ai suoi connazionali basta rispondere con il nome della sua vedova, Besma Khalfaoui, che non si è ripiegata nel ricordo del marito, ma ha portato avanti le sue idee, con una dignità che non l'ha fatta cadere nella seduzione di chi ha tentato, sino a pochi giorni fa, di ''arruolarla'' per sfruttarne la tragedia a fini politici. (ANSAmed).

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