In questo scontro Bouteflika conferma l'immagine appannata che ormai da mesi mostra al suo Paese. Il vecchio statista è malato e vive una condizione di evidente difficoltà ad onorare un incarico per sua stessa ammissione delicatissimo, come quando, ricandidandosi alla presidenza, chiese al popolo di credere ancora in lui come il solo che potesse traghettare l'Algeria fuori dalla crisi. Una crisi che, oggi economica, è stata nel recente passato essenzialmente politica e di rappresentatività. L'opposizione sembra però essere intenzionata a proseguire sul cammino che ha disegnato e che mira innanzitutto a scardinare lo zoccolo duro del potere di Bouteflika, quel gruppo di personaggi legati al presidente da vincoli familiari e da vecchie militanze comuni, tradottesi in incarichi e posti di comando.
Ma se prima della crisi la gente accettava questo stato di cose come il minore dei mali, ora che i grandi progetti ed i sogni di un intero Paese sono messi in crisi da una economia che segna il passo, il circolo dei potenti sembra essere diventato la causa di tutto e per questo ''deve'' essere smantellato. La strada, suggerisce l'Ffs, uno dei partiti di opposizione, passa per una fase costituente che sia inclusiva di tutte le componenti della società e della politica e non invece espressione della sola maggioranza. Una proposta che sa di provocazione, ma che potrebbe aumentare consensi con il passare dei mesi. (ANSAmed).
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