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Mo:'generazione Oslo' ribelle, le origini della frustrazione

Psicologa, disturbi post-traumatici in 70 pc dei giovani

22 febbraio 2016, 09:39

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Michele Monni) (ANSAmed) - RAMALLAH, 22 FEB - L'ondata di violenze in corso nei Territori negli ultimi mesi ha evidenziato un fenomeno particolare: la partecipazione in prima persona di adolescenti, nati e cresciuti ben dopo gli accordi di Oslo fra Israele e Olp (1993). La crisi che essi attraversano attira ora la attenzione di specialisti di varie discipline. ''In ogni società, i giovani e soprattutto gli adolescenti, hanno reazioni impulsive e 'borderline' alle problematiche della vita. Tra i palestinesi, questo è ancora più accentuato se si considerano la mancanza di posti di lavoro, i problemi sociali, le umiliazioni e la mancanza di speranza create dall'occupazione israeliana" ha spiegato all' Ansa Cristina Carreño Glaría, coordinatrice del dipartimento di salute mentale di Medicine Sans Frontiere (MSF) a Gerusalemme. Secondo la psicologa - che cita un rapporto del 2012 - il conflitto israelo-palestinese e la conseguente esposizione a un contesto violento, impatta negativamente su bambini e adolescenti sia israeliani sia palestinesi, con l'8% dei giovani israeliani e quasi il 70% di quelli palestinesi che soffrono da disturbi post traumatici da stress (DPTS). Le motivazioni che spingono i giovani palestinesi a compiere attacchi sono difficili da categorizzare e possono essere il frutto "di drammi personali, convinzioni politiche, di un generale senso di frustrazione e soprattutto dalla estrema polarizzazione emotiva e psicologica tipica della condizione adolescenziale" ha aggiunto Carreño. Frustrazione; mancanza di prospettive; disperazione; e il "non aver nulla da perdere" sono tra le cause indicate peraltro anche da esponenti degli apparati di sicurezza israeliani, come il capo dell'intelligence militare Gen. Herzi Halevi e il capo di Stato Maggiore Gadi Eizenkot. Hanno suggerito fra l'altro, come riportato da Haaretz, un "approccio meno aggressivo" alle violenze, e hanno sottolineato "l'importanza del coordinamento alla sicurezza con l'Autorità palestinese" (Anp), divergendo cosi' dal parere di alcuni ministri del governo di Benyamin Netanyahu.

Altri collegano la rabbia che serpeggia nella 'generazione di Oslo' anche a quello che a quei giovani sembra un fallimento sostanziale della politica del presidente Abu Mazen. Un malcontento dimostrato da numerosi sondaggi in cui vengono invocate le sue dimissioni e la indizione di nuove elezioni. ''Ad aumentare la rabbia e la frustrazione'' vi e' anche, ricorda la psicologa di Msf, il costante flusso di immagini e di video violenti che invadono i social networks e i siti di informazione locali. Sono necessari per tenersi informati, ma non fanno altro che alimentare altra violenza: ''E' come continuare a riempire un bicchiere: prima o poi l'acqua trabocca, con le conseguenze tragiche che vediamo ogni giorno".

(ANSAmed).

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