Il premier Mariano Rajoy è riuscito contro ogni previsione a sopravvivere prima a quattro anni di crisi economica da incubo poi ad una crisi politica senza precedenti. E a restare in sella. Ora la Spagna è di nuovo una oasi di stabilità fra i 'grandi' europei. La sola a non avere incertezze elettorali imminenti come Francia e Germania, a breve o medio termine come l'Italia, o lo tsunami Brexit da gestire come il Regno Unito. Sul piano economico è il paese che più cresce nell'Ue, al 3,4% nel 2016 - il doppio della media europea - che crea più posti di lavoro, in pieno boom turistico. Secondo il Fmi quest'anno dovrebbe di nuovo minacciare di sorpasso l'Italia come nel 2008 ai tempi di José Luis Zapatero, per il reddito pro-capite corretto. Alfano a Madrid già aveva annunciato un vertice bilaterale, il primo dal 2014, che dovrebbe tenersi in Spagna nella prima metà dell'anno, e parlato di "ampia sintonia" fra su questioni europee e internazionali: "vogliamo agire insieme in primo luogo nell'Ue e nell'Onu". Dopo Grasso il 24 e 25 gennaio, Madrid riceve Gentiloni il 27 gennaio per un faccia a faccia con Rajoy, poi Mattarella, al vertice Cotec con re Felipe VI, il 10 febbraio. Una data importante per la 'nuova' politica spagnola, con l'avvio dei congressi delle due prime formazioni politiche del paese, l'inaffondabile Pp di Rajoy - che accoglierà il nuovo presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani - e Podemos, in crisi di potere interno. Su questioni chiave - difesa europea, Unione Bancaria, politiche fiscali, migrazioni, Mediterraneo, Africa e Medio Orient - è necessaria, afferma Grasso, "una stretta alleanza italo-spagnola".
Un 'asse mediterraneo' insomma, da opporre alle spinte destabilizzanti che potrebbero venire da Trump o Brexit o dalle incertezze politiche a Parigi e Berlino. (ANSAmed).
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