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Spagna: cattolici per restituzione beni registrati da Chiesa

Fra questi, la moschea-cattedrale di Cordova, patrimonio umanità

MADRID, 30 gennaio 2015, 17:27

Redazione ANSA

ANSACheck
(Paola Del Vecchio) Associazioni di cristiani di base sono scese in campo, in Spagna, nella polemica gestione della cattedrale di Cordova e chiedono alla Corte costituzionale di annullare un articolo della legge che ha consentito per decenni alla chiesa cattolica di registrare a proprio nome una serie di beni del patrimonio nazionale, fra i quali la Giralda di Siviglia, numerosi monasteri ed eremi. Due associazioni civiche di Cordova e della Navarra in difesa del patrimonio culturale, la 'Piattaforma Moschea-cattedrale di Cordova', l'organizzazione Europa Laica, alle quali si è unita anche l'organizzazione di cattolici di base Redes Cristianas, hanno registrato al Congresso dei deputati di Madrid una petizione per presentare un ricorso di incostituzionalità contro l'articolo 206 della Legge Ipotecaria, che "ha permesso la maggiore appropriazione di beni immobili da parte della Chiesa, propiziata e consentita dai partiti maggioritari con rappresentazione parlamentate", si legge nell'esposto. La contestata legge ipotecaria, approvata nel 1946 dal regime franchista e i regolamenti successivi equiparano i vescovi a funzionari e consentono loro di registrare qualunque proprietà che, in principio, non abbia un proprietario riconosciuto. Una pratica consolidata nei decenni. Nel 1998, l'allora governo di José Maria Aznar ampliò tale facoltà ai luoghi di culto e, da allora, la Chiesa spagnola ha registrato a sui nome migliaia di proprietà - si stima 4.500 in un anno, oltre 1.100 nella sola Navarra - fra le quali la moschea-cattedrale di Cordova, dichiarata nel 1984 dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Le associazioni denunciano che è impossibile una stima del patrimonio architettonico finito alla Chiesa, perché sia i governi del PP che quelli del Psoe non hanno finora reso noti gli elenchi. "Come cristiani, la consideriamo una slealtà nei confronti del popolo spagnolo e dello Stato - sostiene Evaristo Villar, portavoce di Redes Cristianas in dichiarazioni a El Pais - perché, anche se legali sulla carta, le 'immatricolazioni' da parte della chiesa degli immobili del patrimonio fanno riferimento a una normativa precedente la Costituzione e antidemocratica." "Esigiamo che siano censiti i beni sottratti agli spagnoli e il costo sociale del paradiso fiscale costituito dal fatto che la chiesa cattolica non paghi nemmeno imposte su questi monumenti, incassando gli introiti delle visite", spiegano gli avvocati delle associazioni civiche in Navarra e a Cordova.

Da mesi la Piattaforma moschea-cattedrale di Cordova denuncia "il sequestro dell'edificio" da parte delle autorità ecclesiastiche, che dopo aver registrato la proprietà, "hanno cancellato dalla denominazione attuale del tempio il termine moschea", minimizzando il passato islamico della città delle tre culture. La moschea costruita dalla dinastia degli Omega fra il 785 e la fine del X secolo è scomparsa dai cartelli all'ingresso del tempio patrimonio dell'umanità, dove si spiega che "l'edificio fu consacrato come chiesa madre nell'anno 1236", quando fu recuperato "uno spazio sacro dove si era imposta la presenza di una fede aliena a quella cristiana". Lo stesso nella pagina web in internet, dove il tempio è indicato come 'Cattedrale di Cordova'. (ANSAmed) YK8

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